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La formazione accelera, ma resta il divario tra Centro-Nord e Sud

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La formazione accelera, ma resta il divario tra Centro-Nord e Sud

Le imprese continuano a scommettere sulla formazione dei propri dipendenti per innovare: nel 2014 i Fondi interprofessionali hanno approvato 31mila piani formativi (circa 2mila in più rispetto all’anno precedente); sono state coinvolte oltre 59mila aziende, e i lavoratori beneficiari sono stati 1,6 milioni.

Certo, c’è ancora un divario tra imprese medio-grandi del Centro-Nord (che investono di più) e realtà più piccole (specie al Sud, che fanno maggiore fatica); la formazione, poi, è scarsa tra i profili più giovani; e sono da tarare meglio i singoli progetti, nella maggior parte dei casi impostati su obblighi di legge, come salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, e meno su riqualificazione e aggiornamento delle competenze dei lavoratori e competitività d’impresa.

“Nel 2014 il tasso di partecipazione all’apprendimento permanente degli adulti (25-64 anni) è salito all’8%, ma restiamo lontani dalla media Ue a 28 (10,7%)”

Fonte: Rapporto Isfol sulla formazione continua 

Il neo numero uno dell’Isfol, Stefano Sacchi ha presentato ieri al Cnel, alla presenza del sottosegretario, Luigi Bobba e delle parti sociali, l’annuale rapporto sulla formazione continua. L’Italia sta recuperando terreno sul fronte dell’apprendimento permanente: nel 2014 il tasso di partecipazione degli adulti (25-64 anni) è salito all’8%, pari a 2,6 milioni di persone (nel 2013 era al 6,2%). Restiamo lontani dalla media Ue a 28 al 10,7%, e da paesi come Inghilterra e Francia; «ma il trend è in crescita», ha precisato Sacchi.

Per le aziende l’investimento sui lavoratori è importante: «è un volano per la crescita economica e l’occupazione», ha evidenziato Giorgio Fossa, presidente di Fondimpresa, il fondo interprofessionale di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil (il più grande in Italia).

Ma negli anni i tagli sono stati pesanti: dal 2009 al 2015 è stato sottratto oltre un miliardo per rifinanziare i sussidi in deroga, e con la legge di Stabilità 2016 è stato previsto un taglio, strutturale, di 120 milioni l’anno.

Il Jobs act punta ora sui Fondi nel nuovo sistema di politiche attive. A ottobre 2015 hanno aderito ai Fondi 930mila imprese, raggiungendo 9,6 milioni di dipendenti. I singoli piani formativi vanno però migliorati. I percorsi si confermano di breve durata (moduli di 16-8 ore). E si utilizza troppo l’aula. È poco valorizzato il “training on the job”, nonostante sia riconosciuto come più performante.

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