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Consuelo Castiglioni:«Il mio uomo silenzioso»

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INTERVISTA

Consuelo Castiglioni:«Il mio uomo silenzioso»

Consuelo Castiglioni, mente e motore di Marni, è elusiva e laconica: un misto unico di forza e timidezza. In un sistema indemoniato dalla fregola di esposizione mediatica, mantiene il proprio status di outsider, lasciando che a parlare di gusto sperimentale e innovazione, di dialoghi interdisciplinari e design progressivo, di ricerca materica e apertura a nuovi linguaggi siano solo i vestiti e gli accessori che propone, non il suo personale stile di vita.
Moda24 la incontra alla vigilia di un evento particolarmente atteso da fan, aficionados e fashionisti.

Dopo alcune stagioni di presentazioni/installazioni, la sera di giovedì 15 gennaio, infatti, Marni sarà special guest di Pitti Uomo 87, tornando a mostrare la propria collezione maschile in passerella, negli spazi insieme limpidi e complessi del Museo Marino Marini. La decisione, caldeggiata con insistenza da più parti, si inserisce nella generale strategia di potenziamento dell'offerta maschile voluta dall'azionista Otb-Only The Brave.

«La sfilata è il mezzo più adatto a concretizzare il nostro mondo e a descrivere l'uomo che lo abita, creando una interazione tra musica, ambiente, abiti, atteggiamenti - esordisce Castiglioni, confermando che il ritorno sulle passerelle non è sporadico ma prospettico -. L'invito di Pitti mi è quindi sembrato una felice coincidenza, e per questo ho deciso di accettarlo con entusiasmo».

Definire l'uomo Marni non è facile: l'elusività di cui sopra è un tratto affascinante e inalienabile, che Consuelo riesce a instillare in tutto quanto tocchi. «Non farei distinzione tra la donna e l'uomo Marni - chiarisce -. Appartengono allo stesso universo. L'indipendenza è il tratto che li accomuna: fanno scelte personali, che possono apparire eccentriche, e hanno un certo sense of humor. L'età, invece, è un carattere irrilevante».
A dire il vero, agli inizi l'uomo Marni, svagato e criptico, emanava una allure fragile dai toni adolescenziali. Da ultimo, però, ha conquistato una maturità palpabile, conservando inalterato l'estro dell'irriverenza sottile, a tutta prima impercettibile ma al contrario lampante a occhi capaci di decrittare. «Quel che facciamo, certamente, non è per tutti: il mio lavoro piace a una nicchia», constata a proposito.

Elitismo, del resto, per Marni rima con timidezza. Non nasce da una ricerca forzata di cerebralità o dal marketing fasullo del lusso, piuttosto da un punto di vista singolare. Consuelo è una donna, e così i membri del team che la circonda: offre uno sguardo femminile su affari maschili, alieno da percorsi prestabiliti e da manifestazioni plateali. «Abbiamo una nostra visione e sensibilità, ma il nostro uomo non è femmineo. Delicato, forse: lo si apprezza solo da vicino, nei dettagli» spiega.

Dettagli che rivelano un acuto lavoro stilistico, un incastro in continua permutazione di sport, utility, formale per un'estetica asciutta ma vibrante, fatta di ibridi imprevisti e rigore morbido, con un'attenzione speciale alla ricerca materica. «Mi piace definirla eleganza silenziosa», conclude la designer, coerente fino in fondo, annunciando per Pitti 87 una collezione ispirata al ben vestire classico, riletto con humor sottile e deviazioni inaspettate. Come la proverbiale goccia che scava la roccia, Marni continua a creare un'onda d'urto impalpabile ma penetrante sul menswear contemporaneo.

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