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Brendan Mullane: «Il Dna Brioni torna in passerella»

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l’atteso ritorno a milano

Brendan Mullane: «Il Dna Brioni torna in passerella»

«Noi siamo Brioni: non abbiamo paura di correre rischi», dichiara il direttore creativo Brendan Mullane, la voce sicura che rivela un frisson di tensione. È la vigilia di un evento importante: la sera di lunedì, Brioni torna a sfilare a Milano moda uomo, dopo alcune stagioni di presentazioni suggestive e un'assenza dalla passerella lunga svariati lustri.

Moda24 raggiunge Mullane per telefono, sottraendolo per qualche istante alla frenesia del montaggio dello show. «Abbiamo appena ricevuto i capi dalla sartoria e sono molto eccitato - racconta - Quando ho iniziato a progettare la collezione sapevo già che avrei sfilato, e questo ha influenzato il percorso. Non ho spinto l'acceleratore sulla stravaganza: al contrario, ho messo a fuoco il messaggio, rendendolo conciso e dinamico. In passerella si vedrà una pura espressione del Dna Brioni: sensuale, preciso. I fedeli del marchio, che ne conoscono la storia e ne apprezzano il carattere, non faranno fatica a individuare segni e riferimenti ad aspetti seminali della nostra estetica. Di più, però, non voglio dire, per non rovinare la sorpresa».

Oltre alla calma salutare, di Mullane, d'acchito, colpisce la rinuncia ai facili protagonismi. Parla sempre in prima persona plurale, includendo nel “noi” le maestranze dalle abili mani, attive nella storica sede abruzzese di Penne, senza le quali nessuna delle sue idee potrebbe mai trasformarsi in realtà. «La nostra capacità di andare controcorrente è nascosta all'interno dei capi - spiega - Nasce dal rifiuto di essere normali. È il modo in cui lavoriamo ogni pezzo che fa la differenza: i limiti da noi si oltrepassano costantemente nel rispetto dei valori tramandati. I nostri artigiani non dicono mai “no”, come fanno altri sarti. Piuttosto rispondono: proviamo. Se tutto ciò, esteticamente, crea delle controversie, ben vengano».

Con quest'ultima iperbole - non c'è nulla di controverso in Brioni perché il gusto è armonico e misurato - Mullane, che è arrivato nel 2012 dopo l'acquisizione da parte di Kering, forte di formative esperienze nel fondo bruciante di cruciali trincee modaiole - da Givenchy Uomo ad Alexander McQueen, passando per Burberry, Louis Vuitton ed Hermès - sembra voler implicitamente rispondere all'appunto di quanti lamentano la trasformazione di Brioni, un tempo caposaldo incrollabile del classico, in una proposta acutamente fashion. Nulla di più antistorico. Perché classico e progressivo non sono termini opposti, innanzi tutto. E poi perché Brioni, nata nel 1945 dall'unione tra lo spirito imprenditoriale dell'umbro Gaetano Savini e l'elegante sapienza del sarto abruzzese Nazareno Fonticoli, fu punta di diamante della Dolce vita romana e della peacock revolution internazionale, il movimento/sommovimento superfrivolo che per un attimo riportò gli uomini ai fasti e alle mollezze delle corti settecentesche, prima che gli anni di piombo cassassero tutto.

«Brioni ha un'anima, senziente e sveglia - dice Mullane, che vive e lavora a Roma e che proprio quell'eredità vuole rinverdire, attualizzandola - Siamo sempre stati dei pionieri e continueremo a esserlo: le mode non le seguiamo e nemmeno le dettiamo, preferendo concentrarci sulla nostra individualità». Certo, la scena dello stile e dei consumi, oggi, è ben diversa da quel parnaso irraggiungibile, e Mullane ne è consapevole. L'uomo fiammeggiante non esiste più, peraltro, almeno in quei termini. Tutto brucia in fretta e lusso è un termine che è stato abusato fino a perdere ogni significato. Discrezione è un concetto ben più stimolante, che Mullane esplora con coerenza inventiva.

Il suo lavoro è degno di nota perché, mentre esalta al meglio le potenzialità sartoriali di Brioni, le declina in ogni categoria di prodotto con modernità asciutta ma appassionata, lasciando che i singoli pezzi, perfetti, parlino a un pubblico trasversale per età e stile di vita. «Il nostro cliente non ama esibire ed è interessato alla cultura in senso globale. Sceglie Brioni perché ne riconosce l'originalità, nelle idee e nella fattura». Che è poi l'aspetto nodale: autenticità, carattere ineffabile e irripetibile, concesso davvero a pochi. Tanta perizia e tanta cura non si possono inventare, infatti, e nemmeno solo comunicare. Le si palpa con mano e basta. «Anche in sfilata, voglio creare un desiderio nel pubblico: toccare gli abiti, viverli, sentirli», conclude Mullane, e corre a perfezionare ancora.

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