Aziende piccole (nelle dimensioni) ma sempre più votate all’estero, per necessità. L’industria italiana della moda junior chiude il 2014 con una leggera crescita del fatturato (+1,5% a 2.619 milioni secondo le stime di Smi) e un andamento dei mercati a corrente alternata (+6,9% l’export, -2,7% i consumi interni), e si prepara a un altro anno ricco di insidie. La principale è lo stop, causa crisi geopolitica, del mercato russo, una delle aree di maggior espansione per la moda junior, che ora impone alle aziende - che inseguono un mercato italiano potenziale di 8,4 milioni di persone tra 0 e 14 anni - di riposizionarsi in altri Paesi. L’elemento positivo è che nel 2014 la propensione all’export dell’industria italiana della moda junior è salita di 1,8 punti, al 35,9%, anche se il saldo commerciale è peggiorato a -718 milioni a causa della forte ripresa (+9,1%) delle importazioni. In discesa anche il valore della produzione realizzata in Italia (-5,3% a 1.054 milioni) a conferma che nel settore bimbo, fortemente attento ai prezzi, è sempre più difficile mantenere il made in Italy.
Strategie e alleanze delle aziende della filiera junior si sono confrontate durante la fiera Pitti Bimbo, che si è svolta la settimana scorsa a Firenze. Continuano a marciare i marchi posizionati sul top di gamma, come Monnalisa e Simonetta. L’azienda aretina della famiglia Jacomoni ha chiuso il 2014 con un fatturato di 39,5 milioni (+2%) e un ebitda del 15%, e si avvia a completare la riorganizzazione interna in vista anche di una eventuale quotazione in Borsa.
Guarda a un possibile partner anche la marchigiana Simonetta della famiglia Stronati (ha festeggiato la partecipazione ininterrotta alle 80 edizioni del Pitti Bimbo) che ha chiuso il 2014 a 45,3 milioni di fatturato (+7%) e ebitda all’8%, e che ha dato mandato a Vitale&associati di vagliare le proposte. Dal giugno scorso Simonetta non è più licenziataria di Fendi kids, ma ha stretto una joint venture per la produzione e distribuzione della linea (che fattura quasi 15 milioni) con il gruppo francese Lvmh proprietario di Fendi (49% Simonetta, 51% Lvmh), che potrebbe rappresentare il primo passo per una ulteriore alleanza. «Per adesso l’accordo, che anche le banche hanno visto di buon occhio, riguarda Fendi Kids, poi si vedrà», spiega Roberto Stronati, presidente di Simonetta.
Sempre nel segmento top di gamma cresce MiMiSol, il marchio creato nel 2011 da Imelde Bronzieri che è arrivato a fatturare 6 milioni di euro per l’80% all’estero. Oltreconfine guarda sempre più la bolognese Grant, 22 milioni di fatturato 2014 in linea con l’anno precedente, e un export al 50% che punta a crescere grazie a shop-in-shop in Spagna e Russia. Orientata soprattutto alla Cina Pinco Pallino, acquisita dal fondo asiatico Lunar Capital, che al Pitti Bimbo ha presentato una capsule collection di abiti e accessori disegnata a quattro mani con l’attrice Zhang Ziyi, e che ora intende coinvolgere altri personaggi nello sviluppo di limited edition.
In cerca di nuovi mercati anche il drappello di marchi junior campani, da Originale Marines (227 milioni di fatturato 2014, in linea col 2013 e un export del 4%), al Gruppo Casillo (marchi To be too, Gaialuna, Ronnie Kay), 30 milioni di fatturato 2014 (+11%), che con nuovo marchio Yclù avvia il progetto di trasformazione da produzioni pronto moda a collezioni programmate. In movimento anche il mondo delle licenze e collaborazioni, con Preca Brummel che dà avvio alla produzione e distribuzione su licenza della nuova linea bimbo Mcs (6 mesi/16 anni), e Stefano Cavalleri che firma la collezione junior di Cesare Paciotti.
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