Moda24

Tessile all'assalto degli Usa

  • Abbonati
  • Accedi
strategie

Tessile all'assalto degli Usa

Si respira ottimismo tra gli stand di Milano Unica che chiude oggi a Fieramilanocity la sua ventesima edizione con le collezioni di tessuti per la primavera-estate 2016 di 353 aziende espositrici. L'alto di gamma è protagonista così come l'innovazione e l'export, soprattutto verso gli Stati Uniti grazie, in quest'ultimo caso, alla svalutazione dell'euro verso il dollaro e al fenomeno del reshoring produttivo.

Anche perché, come sostiene Silvio Albini, presidente del Cotonificio Albini, «nel mondo c'è grande richiesta e apprezzamento dei bei tessuti italiani. È importante, però, non sottovalutare alcune situazioni geopolitiche ed economiche che hanno un impatto negativo sulle esportazioni, dalla Russia al Medio Oriente e alla Turchia. Altro fattore di incertezza è il nuovo corso politico in Cina». Tuttavia, crisi o non crisi, Albini Group - che ha chiuso il 2014 con un fatturato di 143 milioni (+10%) e una quota di export del 70% - continua a investire in prodotti e tecnologie. «Nel 2014 - continua Albini - si è concluso un ciclo triennale di investimenti di oltre 24 milioni».
Innovazione e made in Italy sono i fondamenti di Vitale Barberis Canonico. «Ideabiella rappresenta il massimo delle creatività e qualità del tessile laniero - afferma l'a.d. Alessandro Barberis Canonico - e continua a essere un punto di riferimento per noi che abbiamo chiuso il 2014 con una crescita record dei ricavi del 10% a 118 milioni. L'export è dell'80% soprattutto verso Nord Europa e Medio Oriente. E, nonostante i problemi politici di Russia, Cina e Hong Kong ed economici del Giappone, abbiamo buone speranze per quest'anno perché ci aspettiamo buoni risultati da Paesi come gli Stati Uniti grazie al dollaro forte, anche se da marzo si faranno sentire gli effetti dei nuovi dazi introdotti da gennaio su questo mercato. Dal canto nostro continueremo a investire sul made in Italy con prodotti nuovi che stimolino i mercati».

Come sta facendo anche Tollegno 1900 che ogni anno investe nei macchinari circa il 5% del fatturato, arrivato l'anno scorso a 140 milioni, in aumento del 10% e con un incremento del 6% previsto per il 2015. «Abbiamo appena comprato - spiega l'a.d. Lincoln Germanetti - 12 telai nuovi. Sono investimenti pesanti, ma necessari e a lungo termine. Basti pensare che un telaio costa circa 100 milioni. Sul tessile abbiamo una quota di esportazioni del 70% e abbiamo uffici diretti a New York, Shanghai, Hong Kong e Osaka. Adesso gli occhi sono puntati sugli Stati Uniti».
È d'accordo Stefano Rosati, titolare del Lanificio Fortex: «La grande notizia per le aziende esportatrici, che a Prato sono la maggioranza, è la svalutazione dell'euro. Ci apprestiamo a tornare in massa sul mercato americano, ma continueremo anche a spingere su Asia e Nord Europa, compresa la mia azienda che esporta l'80%. Abbiamo chiuso il 2014 con un fatturato di circa 14 milioni,in crescita del 20%. E siamo moderatamente ottimisti per il 2015 anche perché da due anni il mercato è in miglioramento».

Una conferma su questa direzione arriva da Luigi Guarducci del Lanificio Europa: «Ci aspettiamo un risveglio della situazione anche perché i mercati esteri dovrebbero aprirsi di più alle produzioni italiane ed europee. Esportiamo l'85% con ricavi per 38 milioni nel 2014, e sto già avendo segnali positivi. I Paesi di riferimento per le nostre esportazioni sono Germania e Stati Uniti e spingeremo in questa direzione».
Mercato, mercato, mercato è la strategia di sviluppo per il 2015 del Gruppo tessile Monti (circa 100 milioni di ricavi nel 2014, +5%; redditività in miglioramento e quota export di oltre il 75%), come spiega l'a.d. Luca Belenghi: «Mi aspetto, con un po' di cautela, che si possa trovare un punto di equilibrio globale con la ripresa, già iniziata, degli Usa e il buon andamento di Europa e Giappone che è molto ricettivo soprattutto sull'alto di gamma. Il nostro sforzo sarà massimo in ricerca, innovazione e ampliamento dell'offerta rispetto alle caratteristiche dei mercati».

L'innovazione è stato il punto di ripartenza di Bocchese 1908, boutique di tessuti in seta nata nel 1908 che cinque anni fa il ceo Michele Bocchese ha deciso di rilanciare. Come? «Abbiamo investito moltissimo nello sviluppo del prodotto per creare collezioni attuali e abbiamo lanciato Winter Silk, una seta che sembra cashmere, e, da due stagioni, Denim Silk - racconta Bocchese -. Siamo arrivati in Cina nel 2012 e adesso oltre il 40% del nostro fatturato, di 1,5 milioni, arriva da questo mercato. Il resto da Italia e Francia, ma stiamo valutando l'iniziativa di Milano Unica negli Stati Uniti (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). Puntiamo sull'alto di gamma e vogliamo crescere del 20-30% all'anno».
È ottimista anche Antonella Martinetto, a.d. di Remmert: «Il 2014 è andato meglio di quanto si pensasse sia per fatturato, 8 milioni e +6%, sia per redditività. Ci stiamo aprendo a nuovi metodi di vendita più attuali come l'e-commerce per attirare piccole aziende italiane e continueremo a stringere i denti».
Per ampliare il proprio mercato potenziale, invece, Angelico (50 milioni i ricavi nel 2014, +10%) ha lanciato, tra l'altro, Ke Idea, una collezione di ricerca personalizzabile.

© Riproduzione riservata