Moda24

Pinault plaude la sterzata di Gucci (e di Bizzarri)

  • Abbonati
  • Accedi
Stili + Tendenze

Pinault plaude la sterzata di Gucci (e di Bizzarri)

«Fantastique!» esclama François-Henri Pinault, ceo e chairman del colosso del lusso francese Kering, appena esce in passerella Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, al suo debutto ufficiale nella donna con la collezione autunno-inverno 2015-16.

Accompagnato dalla consorte Salma Hayek, diva di Hollywood impegnatissima nel sociale, Pinault stringe la mano a Marco Bizzarri, il ceo che sta rivoluzionando il focus del marchio fiorentino dopo l'uscita di scena del precedente amministratore delegato, Patrizio Di Marco, e del direttore creativo Frida Giannini, coppia anche nella vita. Rei, secondo Pinault, dei risultati non proprio brillanti registrati dalla “doppia G” nel 2014: ricavi di 3,497 miliardi (-1,1%) e profitti operativi di 1,056 miliardi (-6,7%), ma pur sempre con un margine Ebitda del 34,3%, una tra le performance di vertice nel lusso.

Dal punto di vista stilistico, quella vista in passerella ieri da Gucci è una sterzata in piena regola, così come era già accaduto con la collezione maschile di gennaio (si veda la recensione qui accanto). E non è chiaro chi stia dimostrando più coraggio tra Bizzarri e Michele. «È un bel match, in effetti», scherza l'ad raggiante per l'entusiasmo con cui Pinault ha accolto il cambiamento epocale verso un segmento di mercato che forse andrebbe definito “contemporary luxury”. In pratica, un concept che si avvicina a quello imposto da Hedi Slimane in Saint Laurent, sempre scuderia Kering. Sfociato, nei conti 2014, in ricavi in crescita del 26,9% a 707 milioni e profitti operativi di 105 milioni (+36,4%).

Da Saint Laurent la pelletteria pesa per il 47% dei ricavi e le scarpe per il 19%, ma è l'abbigliamento la categoria che è cresciuta di più l'anno scorso (+23%), portandosi al 24% del totale. Da Gucci, la pelletteria rappresenta il 57% del fatturato e le scarpe il 14%, mentre l'abbigliamento è al 12%. Gucci, insomma, cambia pelle per “assomigliare” a Saint Laurent. Ci si augura preservando il proprio patrimonio di savoir faire italiano.

© Riproduzione riservata