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Il lusso Ferragamo trainato dai turisti

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Il lusso Ferragamo trainato dai turisti

KYOTO,

Ferragamo celebra con una sfilata-evento a Kyoto nel Tempio in legno Seiryu-den, sulla cima del monte Higashiyama con vista mozzafiato sulla città, i 50 anni del gemellaggio fra la città nipponica e Firenze, rinnovato dai due sindaci, Daisaku Kadokawa e Dario Nardella, alla presenza dell’ambasciatore italiano a Tokyo, Domenico Giorgi.

Ma il marchio fiorentino ha un altro ottimo motivo per festeggiare, qui in Giappone: il boom degli arrivi dei turisti asiatici, e cinesi in particolare, che stanno crescendo vertiginosamente e che stanno impattando positivamente sulle vendite negli 84 punti vendita Ferragamo (di cui quattro affacciati su strada) distribuiti nel Sol Levante. La leva? I prezzi, del 20% più bassi di quelli praticati in Cina e allineati dunque ai listini di Hong Kong e Singapore.

«È una bella opportunità - ha detto Ferruccio Ferragamo, presidente dell’azienda di famiglia, quotata a Piazza Affari, presentando l’iniziativa - celebrare un gemellaggio voluto da un sindaco dello spessore di Gaetano La Pira. Allo stesso tempo, nostro padre Salvatore aveva testimoniato la sua vena pionieristica anche qui, dove era arrivato addirittura nel ’58, mentre il mercato nipponico l’abbiamo aperto ufficialmente nel ’72: un mercato che apprezza la nostra qualità, il nostro made in Italy e i nostri prodotti, mai troppo estremi dal punto di vista stilistico».

Quale fosse stato lo stimolo per Salvatore, il fondatore del marchio, in quel lontano ’58 lo ha spiegato Giovanna Ferragamo Gentile: «Nostro padre era in viaggio verso l’Australia, ma ha voluto venire di persona a Tokyo per capire meglio la conformazione del piede delle giapponesi, che era molto molto piccolo. Così aprì la strada a quella che per noi è una declinazione delle misure delle calzature che si è tradotta in una sorta di “su misura” senza conoscere il cliente che acquisterà i prodotti».

Per Ferragamo, uno dei big brand del lusso globale, il Giappone ha registrato l’anno scorso ricavi di 111,5 milioni di euro, pari all’8,4% del totale. «Nel 2014 - ha puntualizzato il ceo Michele Norsa - l’incremento sul mercato nipponico è stato del 4% a cambi costanti. Il Paese, grazie all’Abenomics che ha iniettato liquidità e alla svalutazione dello yen, si sta rivelando a sorpresa una destinazione turistica di primaria importanza soprattutto per i cinesi: soltanto un anno fa le due nazioni vivevano diatribe geopolitiche rilevanti mentre per quest’anno qui sono attesi 5-6 milioni di arrivi, soprattutto a Tokyo e Osaka».

Più in dettaglio, secondo Jnto, che elabora le statistiche ufficiali sul turismo in Giappone, a febbraio (ultimo dato disponibile) l’impennata dei cinesi ha sfiorato il 160%, con un totale di 359mila persone che ha fatto balzare la Repubblica popolare al primo posto, superando coreani, taiwanesi e cittadini di Hong Kong.

Turisti cinesi a parte, il Giappone è sempre stato un mercato prioritario per Ferragamo: per decenni è stato al secondo posto dopo gli Usa, ma ora è stato superato dalla Greater China e pure dall’Italia, «che ora per noi è al terzo posto - ha aggiunto Norsa - e che pesa per l’11,5% del fatturato rispetto al 9,5% di un paio d’anni fa. Sia il Giappone sia l’Italia beneficiano parecchio dei flussi turistici e qui ci attendiamo un aumento a doppia cifra dei turisti cinesi nel nostro flagship store di Ginza. Non solo: sono in corso importanti investimenti da parte dei principali department store nipponici e dei duty free, nei quali rinnoveremo anche molti dei nostri punti vendita».

Sulle stime per il 2015 Norsa ha detto di aspettarsi «un anno di crescita a cambi correnti, incoraggiato dalla debolezza dell’euro e dalla conseguente forza del dollaro, abbinate alla flessione dei prezzi del petrolio. Esportiamo l’89% e dunque i benefici valutari si faranno sentire dal prossimo esercizio. La crescita è attesa su tutti i mercati, a eccezione della Russia e di Hong Kong e Macao che al momento restano un’incognita».

Giornata speciale anche per il direttore creativo Massimiliano Giornetti, che ha mandato in passerella 66 tra ragazzi e ragazze (in Giappone le vendite del marchio sono per il 70% al femminile, rispetto a una media mondiale del 60%) con le collezioni autunno-inverno 2015-16. «Ho aggiunto alcuni capi con una stampa ispirata alla fioritura dei ciliegi, uno dei momenti iconici della cultura nipponica», ha spiegato nel backstage lo stilista, che ha indossato un kimono antico in omaggio alla città. Apprezzatissimo dagli ospiti locali, molti dei quali in costume tradizionale.

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