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Tre start-up innovative dal distretto delle borse

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START-UP

Tre start-up innovative dal distretto delle borse

Il boom segnato negli ultimi anni dal distretto fiorentino della pelletteria di lusso (tra 2008 e 2014 l’export è cresciuto di oltre il 50%, toccando il livello record di due miliardi di euro) ha fatto da “fertilizzante” per il settore. Stimolando creatività e intraprendenza, e favorendo la nascita di aziende e marchi che hanno come segno distintivo l’innovazione di prodotto e distributiva (con l’e-commerce chiamato a rivestire un ruolo centrale e i social network veicolo fondamentale di comunicazione).

È il caso di Braintropy, brand di borse componibili prodotto dalla fiorentina Modae dell’imprenditore e creativo Salvio Rollo che, partita come azienda di importazione e distribuzione di prêt-à-porter donna, ora è sempre più decisa a puntare sul marchio proprio, al 100% made in Italy. Braintropy ruota intorno al concept Patty Toy, una borsa brevettata, con pattina intercambiabile, declinata anche nella versione 4 in 1 che si trasforma in zaino e in quella gioiello formato mignon, che ha dato slancio al fatturato 2014 (circa 900mila euro). La Patty Toy si può creare anche online, scegliendo il corpo-borsa, la pattina e il manico in vari materiali e colori.

All’origine del progetto c’è l’idea di giocare a comporre la propria borsa con libertà di stile e con la certezza della qualità made in Italy. Il marchio, oggi distribuito in 250 vetrine in Italia (tra cui l’area dedicata ai brand emergenti annex la Rinascente di Milano) oltre che sul web, è sbarcato nelle settimane scorse sul mercato Usa grazie all’accordo col distributore Starck Enterprises e ora punta a crescere all’estero facendo rotta anche su Europa e Medio Oriente.

La borsa è al centro anche del progetto della start-up Damai, brand fiorentino fondato da Mauro Fabbri, alle spalle esperienze nella moda prima di decidere di mettersi in proprio. Per la fase di lancio Damai ha coinvolto gli studenti-stilisti dell’Accademia Italiana di Firenze, e tra i lavori proposti ha scelto tre borse innovative per forma, design o materiali: una completamente smontabile e personalizzabile (ha cerniere sui fianchi e sui manici che consentono di realizzare versioni differenti); una realizzata con tessuti damascati da filati biologici; fino alla “borsa-scarpa” che ha la parte superiore simile a quella di una doctor, alla quale viene applicata una base a forma di carrarmato col risultato che non si sporca, non si bagna e non si graffia. Le borse per adesso sono in vendita sul sito dell’azienda, in attesa di affiancare all’online la distribuzione tradizionale. Il nome Damai prende le mosse dal gioco della dama («un gioco lineare in cui, con pochi movimenti, si possono ottenere molte varianti») a cui è stata aggiunta la “i” di italiana per ricordare che sono accessori al 100% made in Italy, prodotti nell’area fiorentina.

Alla produzione a chilometro zero è fedele anche il marchio xlo+ perlopiù, ideato tre anni fa da quattro giovani toscani e adocchiato nell’estate scorsa dall’imprenditore fiorentino della moda Alessandro Bastagli (filati Lineapiù, Everlast, Dimensione Danza), che ne ha acquisito il 45% attraverso Finalba. Il marchio, che vuol trasmettere positività e ottimismo, è partito col lancio via web e social network di un braccialetto composto da filo elastico e da un mattoncino in alluminio colorato che si chiude con viti e brugola (sistema brevettato), di cui sono stati venduti più di 100mila pezzi; e ora si è sviluppato con una borsa in cotone che si può trasformare in tracolla o in zaino, secondo lo stile e le esigenze. Da gennaio scorso la borsa battezzata Mybox è distribuita anche in una 70ina di negozi in Italia; le prime due produzioni (affidate a un'azienda di Signa, vicino Firenze) sono andate esaurite, con la vendita di un migliaio di esemplari. Ora il progetto xlo+ prevede anche l’espansione all’estero.

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