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Mantero, «stampa» digitale e ricavi in salita a 75 milioni

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AZIENDE STORICHE

Mantero, «stampa» digitale e ricavi in salita a 75 milioni

Nella sede di Mantero, a Como, ci sono circa 10mila volumi che contengono tutte le stampe d’archivio dell’azienda: libri preziosi, alcuni dei quali hanno più di cent’anni; una continua fonte di ispirazione per i designer che acquistano i tessuti di Mantero e per il team creativo interno all’azienda. Che, qualche tempo fa, ha deciso di digitalizzarli.
Passato e presente rivestono eguale importanza nel dna e nel percorso di sviluppo di Mantero: fondata nel 1902 da Riccardo Mantero, dall’essere una piccola azienda di prodotti in seta di alta qualità è diventata una realtà internazionale rimanendo però fortemente legata alla sua dimensione familiare da un lato e, dall’altro, al territorio. Ed è un’azienda in crescita: «Abbiamo chiuso il 2014 con un fatturato consolidato di 69 milioni di euro e puntiamo a chiudere il 2015 a 75 milioni. Il primo semestre ha registrato una crescita del 15%, quindi siamo sulla strada giusta», dice Franco Mantero, amministratore delegato, che lavora a stretto contatto con la sorella Lucia, direttore marketing e sviluppo prodotto.

Ad assorbire poco più della metà del giro d’affari dell’azienda, che oggi conta 465 dipendenti distribuiti nelle tre sedi italiane e nelle filiali internazionali a Parigi e New York, è la divisione donna: Mantero produce tessuti che vengono impiegati da alcune tra le più note case di moda al mondo – il primo mercato dell’azienda comasca, non a caso, è l’Europa, che assorbe l’83,2% del giro d’affari, seguita dall’America (12,7%) e dall’Asia (4,1%) – e produce in licenza foulard e accessori di marchi del calibro di Kenzo, Iceberg, Emilio Pucci (la licenza, in quest’ultimo caso, è valida solo sul mercato americano).
Il fatturato, in termini di categorie merceologiche, viene assorbito dagli accessori donna per il 44%, dai tessuti per abbigliamento (24,7%), dagli accessori uomo (22%) e, infine, dai tessuti per cravatteria (12%). A crescere anno su anno è sopratutto il segmento dei tessuti: «Ci sono riscontri positivi che confermano la validità della nostra strategia di sviluppo: negli ultimi anni abbiamo deciso di investire proprio nella tessitura e nella stamperia sostituendo alcuni telai e acquistando macchinari di ultima generazione per quanto riguarda la stampa digitale». Quella tra stampa a quadro e digitale, nell’ottica di Mantero, non è una lotta generazionale, ma una sinergia da valorizzare: «Due terzi dei nostri prodotti sono stampati digitalmente: questo ci permette non tanto di ridurre i costi, ma di poter rispondere alle richieste di un cliente in tempi molto più brevi. E di poter far fronte a qualsiasi cambiamento in corso d’opera».

La stampa artigianale, cosiddetta “a quadro” rimane però fondamentale: «Mantiene un valore elevato. Per questo stiamo investendo in personale: giovani che hanno voglia di imparare il mestiere che richiede grandissima competenza. L’anno scorso ne abbiamo assunti una decina».
Una delle nuove sfide intraprese dall’azienda è quella di sviluppare un proprio house brand, Mantero 1902, un’etichetta di foulard in seta, lana e lino personalizzati da stampe che si ispirano all’ampio archivio dell’azienda e le reinterpretano in chiave contemporanea e molto chic. La collezione, che per l’autunno-inverno 2015/16 riprende motivi botanici, stampe animalier e fantasie che reinterpretano il razionalismo comasco, oggi è venduta in circa 100 punti vendita nel mondo e sta riscuotendo un particolare successo in Italia e in Francia, ma anche in Medioriente:«Uno dei prossimi passi è quello di potenziare le vendite online», chiosa Mantero.

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