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Motivi amplia la scelta: l’abito in tre «forme» per una…

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Motivi amplia la scelta: l’abito in tre «forme» per una vestibilità perfetta

È una piccola grande rivoluzione quella che Miroglio, con il suo marchio Motivi, potrebbe portare nell’abbigliamento femminile con il progetto Made on Me. «L’idea è semplice e complessa allo stesso tempo – spiega l’amministratore delegato del gruppo Miroglio Daniel John Winteler –. Tutti sappiamo che la taglia è un’inevitabile semplificazione per comprare un capo. Così abbiamo introdotto il concetto di “shape” dell'abito, dando alle clienti la possibilità di scegliere lo stesso prodotto in tre forme, appunto. La prima è Diamante, pensata per valorizzare la vita e le spalle, poi ci sono Perla, per “scivolare” su seno e vita, e Sirena, che esalta tutta la silhouette».

La complessità del progetto sta, ovviamente, nel disegnare le tre forme: «Negli anni abbiamo imparato anche il mestiere di retailer e oggi la sola insegna Motivi ha 422 negozi nel mondo. Ma un progetto come Made on Me nasce solo grazie al know how tessile e produttivo del gruppo, alle capacità dei tantissimi modellisti che lavorano alle collezioni Motivi», sottolinea Winteler.

Nel 2014 il fatturato di Motivi è stato di 150 milioni, mentre quello dell’interno gruppo piemontese, detenuto al 100% dalla famiglia Miroglio, è arrivato a 700 milioni, in linea con il 2013. «Abbiamo scelto di legare Made on Me al marchio Motivi, che ha un posizionamento adatto a persone giovani, con prezzi medi dei capi che partono da 50-60 euro, per dare un segnale ancora più forte – racconta l’amministratore delegato –. La vestibilità perfetta o almeno quasi perfetta non dovrebbe essere riservata a chi può o vuole spendere molto, può invece essere un valore aggiunto del marchio, un modo per dimostrare attenzione alle clienti, in un mondo dove c’è sempre più omologazione dell’offerta e dei servizi».

Daniel John Winteler vuole partire da Made on Me anche per rilanciare, più in generale, Motivi, che «ha grandi possibilità di sviluppo in Italia e all’estero e può contare su una struttura fortemente integrata: dei 422 negozi, 306, il 70% del totale, sono di proprietà e il brand è presente in 25 Paesi . I mercati più importanti sono . Italia, Russia e Paesi dell'Est, ma nel 2015 potrebbero aprirsene di nuovi, anche grazie alla rivoluzione Made on Me, «un progetto unico al mondo nel panorama dell’abbigliamento femminile».

Il lancio ufficiale nei negozi è stato il 10 aprile, ma il gruppo Miroglio ci ha lavorato per un anno: «Oltre al ruolo svolto dai modellisti, che hanno dato vita al prodotto, da cui è partito tutto, abbiamo deciso di utilizzare al meglio la tecnologia – dice Winteler –. Da una parte c’è la app che si può scaricare anche prima di arrivare in negozio, dall’altra c’è la promozione tramite i social network, dove abbiamo lanciato l’hashtag #tuseiunica. La scelta è caduta su un mix di comunicazione tradizionale e “social”: ci sono due spot per la tv accanto a un video manifesto lanciato online, in cui 20 tra blogger, instagrammer, vlogger e youtuber raccontano il loro punto di vista sull’idea di vestibilità e di taglia».

Il video ha già avuto 2 milioni di visualizzazioni e altrettanto successo ha riscosso un’iniziativa molto “reale” per il lancio di Made on Me: il 18 e 19 aprile modellisti e stilisti hanno presidiato i negozi Motivi delle principali città italiane accompagnato le clienti nella scelta dell'abito giusto.

La parte fashion di Miroglio, che si affianca a quella prettamente tessile, da cui tutto nacque, ad Alba, nel 1947, è molto articolata, con un portafoglio di 11 marchi, otto italiani e tre – Pekyol, Twist, Machka – gestiti in joint venture in Turchia con la società Ajaydin Icon, per un totale di circa 170 negozi monomarca. I marchi italiani sono divisi in due aree: “regolare” ( Motivi, Oltre, Caractère e Diana Gallesi) e “curvy”, dove ci sono Elena Mirò (230 negozi monomarca), Per te by Krizia, Luisa Violae Fiorella Rubino (210 monomarca).

I marchi per donne curvy, che per fortuna da anni non utilizzano più parole come “taglie forti” o “conformato”, hanno – conclude Winteler – altrettante possibilità di sviluppo, in Italia e all’estero. «Penso ad esempio agli Stati Uniti, dove la percentuale di donne con taglia superiore alle 48 è molto alta. Ma non esiste un’offerta di qualità e noi potremmo coprire questo gap, grazie al nostro know how stilistio e tessile».

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