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Economia & Finanza

Al via Pitti Filati: le filature soffrono ancora ma investono nella sostenibilità


Se l'industria italiana del tessile-moda sembra aver ingranato la marcia per ripartire, resta un anello della filiera che mostra ancora segnali di sofferenza: è la filatura che, dopo un 2014 in contrazione (-2% il fatturato a 2.918 milioni e -3% l'export a 871 milioni, secondo il consuntivo Smi), ha proseguito l'andamento negativo anche nel primo semestre di quest'anno.
Nel periodo gennaio-aprile 2015, l'indice di produzione industriale Istat relativo alla filatura è sceso infatti dell'8,5%, mentre nei primi tre mesi l'export di settore ha accusato un nuovo calo del 4,1% (e l'import una crescita del +1,2%), trainato all'ingiù dalla filatura laniera (che pesa l'81%). Il saldo commerciale del trimestre scende così in terreno negativo (-11,6 milioni), ipotecando – se la tendenza non sarà invertita – un risultato annuale in rosso che non si vedeva dal 2011. Debole anche la domanda domestica (-1,2% nel 2014 il consumo apparente), soprattutto per i filati in cotone, mentre ha contenuto le perdite il laniero (-0,9%) ed è tornato a crescere il filato di lino.
Scende, e questa non è una novità, anche il valore della produzione realizzata in Italia (-2,7% nel 2014 a 1.834 milioni di euro), a conferma del dimagrimento industriale di un settore che ora ha bisogno davvero di una scossa.

Prova a darla Pitti Filati, la fiera fiorentina punto di riferimento internazionale per i filati per maglieria che, da oggi a venerdì, presenta le collezioni per l'autunno-inverno 2016-2017 di 136 marchi (di cui 29 esteri) e attende l'arrivo di più di cinquemila buyer internazionali. Con le incognite legate al rafforzamento del dollaro, alla crisi geopolitica russa e alla stagnazione del mercato interno.
«La percezione che abbiamo come filatori pratesi – spiega Ilaria Taddeucci Sassolini, presidente del Consorzio promozione filati (Cpf) che riunisce 15 aziende del distretto toscano – è di un ritardo significativo della stagione dovuto soprattutto al clima, che ha pregiudicato l'andamento del primo trimestre ma che ora potrebbe consentire un recupero. Va bene il Far East, mentre risentiamo negativamente dei problemi del mercato russo; quanto agli Stati Uniti, il riequilibrio in atto dal punto di vista valutario non ha ancora fatto percepire effetti”. Il grande assente resta poi il mercato interno «dove è difficile la vendita e spesso, ancor più, il pagamento», aggiunge Taddeucci Sassolini, spiegando che la voglia di investire delle aziende è frenata dalle difficoltà di programmazione.
In questo quadro, la strategia degli operatori del settore punta a valorizzare aspetti qualificanti della produzione, come l'innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale, sempre più richiesta dai clienti. Lo fa la Filpucci della famiglia Gualtieri, che ora allarga la famiglia dei filati “Ninetyfive” per knitwear: ai fili “co2 free” in cachemire rigenerato (post consumer), affianca nuovi fili in cachemire re-engineered, ottenuti con un processo che utilizza scarti tessili puri (pre-consumer) selezionati dalla supply chain Re.Verso.
Investimento in sostenibilità anche per la filatura biellese Safil, che ha da poco concluso la fusione con la controllata bulgara Bulsafil e ha dato vita a Safil South Africa, prima a realizzare il Report di sostenibilità 2014 che viene presentato oggi al Pitti Filati. «Un documento che vuole raccontare la nostra azienda e i suoi valori, e spiega come le nostre scelte cerchino di bilanciare gli aspetti economici, sempre prioritari, con quelli ambientali e sociali», spiegano Alberto e Cesare Savio, titolari dell'azienda che ha chiuso il 2014 con 93,8 milioni di fatturato e 7,2 milioni di margine operativo lordo, 695 dipendenti di cui 618 in Bulgaria.

Innovazione spinta per il colosso Zegna Baruffa (110 milioni di fatturato 2014), che presenta H2dry, frutto di un processo produttivo esclusivo attraverso cui la lana diventa elastica, easy care, antipiega e traspirante, mantenendo la pelle asciutta perché l'umidità viene trasferita sulla superficie esterna della maglia. «Con H2dry abbiamo riunito in un unico filato tutte le caratteristiche per poter rendere una maglia di lana altamente innovativa e adatta sia all'uso quotidiano che a quello sportivo», spiegano all'azienda.

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