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Joint venture tra eccellenze nel cotone

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Marchi storici.

Joint venture tra eccellenze nel cotone

Firenze - L’importanza della dimensione per presidiare il mercato, e conquistare fette di clientela sempre più esigente, comincia a farsi largo tra i produttori tessili. E partorisce la prima operazione di una certa consistenza: una joint venture tra due cotonifici storici come Duca Visconti di Modrone, del gruppo toscano Inghirami, e Bonomi, dell’omonima famiglia di Gallarate, in passato concorrenti e poi specializzati in tipologie e segmenti diversi. Ora l’alleanza è diretta a unire, sotto la stessa “ala”, i tessuti di cotone e di velluto di alta qualità di entrambe le aziende, fornitrici di tutti i grandi brand internazionali, da Armani a Etro, da Ralph Lauren a Paul Smith.

La nuova società si chiama Eccellenze italiane tessili (Eit) e concentrerà la produzione nello stabilimento Inghirami di Vaprio d’Adda, tra Bergamo e Milano, fabbrica-castello costruita nella prima metà dell’Ottocento, rilevata all’asta nel 1865 dal duca Raimondo Visconti di Modrone e da sempre famosa per il velluto di cotone. Lì è stato creato un polo industriale di eccellenza, che somma le competenze del gruppo Bonomi con quelle del gruppo Inghirami, implementate dall’acquisto di macchinari all’avanguardia per il finissaggio e lo smeriglio.

L’iniziativa è tanto più strategica in quanto è guidata da due giovani, discendenti delle rispettive famiglie proprietarie dei due gruppi, Marco Marini, 30 anni, e Carlo Bonomi, 32 anni, e punta nel giro di tre anni a toccare i 50 milioni di fatturato, partendo dai 35 milioni di oggi con circa quattro milioni di metri prodotti.

«Abbiamo messo insieme 300 anni di storia, visto che il cotonificio Bonomi è del 1860 e Visconti di Modrone del 1840 – spiegano i due imprenditori – per costruire uno degli stabilimenti più avanzati a livello mondiale, in grado di gestire più tipologie di prodotti a base cotone e tecniche che permettono di portare un tessuto da greggio a finito in un’ora». L’obiettivo della joint venture è aumentare la penetrazione di mercato grazie alla condivisione dei clienti e alla maggior offerta di cotoni di qualità.

Con questa operazione il gruppo Inghirami fa un altro passo nella riorganizzazione della divisione tessile-abbigliamento, che nel 2014 ha realizzato ricavi per 100 milioni di euro con un Ebitda del 7%. «Nel 2015 puntiamo a 120-130 milioni di fatturato – dice Giovanni Inghirami, presidente del gruppo – con un ebitda del 10%».

Sul fronte abbigliamento la strategia – dopo gli anni in cui il gruppo si è dedicato anche alla produzione su licenza – è ora quella di concentrarsi solo sui brand propri, Ingram, Reporter e Capri. Proprio Reporter ha appena lanciato un progetto innovativo: scaricando la app ReporterItaly si può attivare un “metro digitale” che, con una semplice foto, permette di rilevare le misure della camicia (indossata) preferita, da personalizzare in ogni dettaglio: tessuto, bottoni, collo. In questo modo si può creare una camicia fedele alle proprie misure con una semplice foto e in pochi minuti. In pratica, si può avere una camicia su misura senza spostarsi da casa, con la garanzia che diventerà un capo unico, cucito a mano da artigiani toscani.

All’innovazione tecnologica si unirà un piano di aperture retail che prevede 40 punti vendita in cinque anni tra Ingram e Reporter, partendo dall’Italia.

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