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La maglieria di Fedeli resta indipendente e scommette sul beachwear

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La maglieria di Fedeli resta indipendente e scommette sul beachwear

È uno dei marchi più famosi della maglieria italiana e il negozio di Milano, nel tratto più conteso di via Monte Napoleone, è una specie di istituzione: è tra le più antiche boutique della via, proprio accanto alla pasticceria Cova e nel 2010 è stata inserita tra quelle storiche, che cioè in oltre cinque decenni non hanno mai interrotto la loro attività.

Parliamo di Fedeli, azienda nata nel 1934 e ancora saldamente nelle mani della famiglia fondatrice. «Gli anni che abbiamo alle spalle sono la nostra forza, quella che ci permette di andare avanti consapevoli di quanto sia allo stesso tempo necessario rinnovarsi – racconta Luigi Fedeli, amministratore delegato e nipote del fondatore, col quale condivide il nome di battesimo –. Il filo che unisce le nostre origini al futuro è sottile ma molto forte».
Nel 2014 il fatturato ha superato i 15 milioni e l'export è arrivato al 70%. I negozi aperti all'estero stanno andando molto bene, a partire da quello di Londra, inaugurato nel 2012, dove nello scorso anno le vendite sono aumentate del 30% e il breakeven è stato anticipato al 2015.

«Sono investimenti importanti per un'azienda delle nostre dimensioni, ma danno una grandissima visibilità – spiega Fedeli –. È grazie al flagshipstore londinese ad esempio che siamo entrati in contatto con il Life Luxury Group, gigante cinese della distribuzione di marchi del lusso. Alla fine del 2014 abbiamo firmato con loro un accordo che comprende l'apertura di monomarca, anche in franchising, e la presenza in multimarca a Hong Kong, Macao e Greater China».

Per crescere all'estero ancora più velocemente e senza partner ci vorrebbe una dimensione diversa, Luigi Fedeli lo sa. Però aggiunge: «Siamo stati contattati da investitori e da fondi di private equity. Per ora nessuno mi ha convinto e proseguiamo sulla strada dell'indipendenza, investendo con prudenza nel retail diretto e molto su nuovi progetti e prodotti». Tra questi c'è in particolare il segmento dei costumi da bagno “premium”, che ha fatto la fortuna del marchio francese Vilebrequin, che in Italia ha già quattro negozi e nel 2014 ha messo a segno una crescita a due cifre (si veda Il Sole 24 Ore del 14 aprile).

«I costumi da bagno ci sono sempre stati nelle collezioni estive, ma negli ultimi anni abbiamo aumentato la ricerca sui materiali e abbiamo creato una vera e propria divisione, che si chiama Swim & Wear, da cui è nato un format per i negozi – racconta Luigi Fedeli –. All'inizio dell'estate abbiamo aperto a Saint Tropez il primo concept store Swim&Wear, dove si possono trovare sia i costumi in microfibra, che si asciugano in pochi minuti, sia le nostre classiche camicie in piquet. Ma ci sono pure polo in spugna, bermuda e maglioni in cashmere leggerissimo». I primi risultati di Saint Tropez sono ottimi e l'obiettivo è aprire dieci punti vendita Swim&Wear nei prossimi tre anni, partendo con Portofino, Forte dei Marmi e St. Barth.

«Contrariamente a quanto si possa pensare, i costumi da bagno, da uomo e da donna, si vendono tutto l'anno – aggiunge l'ad –. Sia perché molti nostri clienti europei vanno in vacanza in luoghi di mare anche d'inverno sia perché alcuni di loro vengono da Paesi con stagionalità diverse. Il cashmere e i filati pregiati comunque restano il core business e continueremo, testardamente, a produrre tutto in Italia, anche se è sempre più difficile trovare le professionalità giuste. E questo potrebbe essere un problema in vista dello sviluppo che auspichiamo nei prossimi anni».

Per Fedeli è già pronta però la quarta generazione: «Mio figlio ha già fatto un'esperienza di lavoro negli Stati Uniti durata sette anni e ora si occupa in particolare la Cina. Non lo avrei mai costretto a seguire le mie orme se non lo avesse desiderato, ma sono molto contento che ci sia una continuità familiare. La storia di un'azienda è sempre più importante per stringere accordo nei Paesi emergenti, molto attenti sia al made in Italy sia all'heritage di un marchio».
Al canale wholesale (150 i punti vendita in cui Fedeli è presente nel mondo) si è aggiunto di recente l'e-commerce, che vale circa il 5% dei ricavi. Quanto a nuovi prodotti, Luigi Fedeli non esclude occhiali e profumi, «a patto di trovare il licenziatario giusto».

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