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Cresce del 5,2% l’export della moda made in Italy: il calo in…

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Cresce del 5,2% l’export della moda made in Italy: il calo in Russia compensato da Cina e Stati Uniti


La moda donna continua a correre all'estero: nei primi cinque mesi del 2015, infatti, l'export è cresciuto del 5,2%. I dati, un'elaborazione realizzata da Sistema Moda Italia su dati Istat, smorzano le preoccupazioni legate al forte calo degli acquisti da parte della clientela russa – l'export verso la Russia tra gennaio e maggio 2015 è sceso del -33,4% rispetto al 2014 – evidenziando un aumento delle vendite in Cina (+30,4%), negli Usa (+27,4%), nei paesi della Ue (+8,5%). La bilancia commerciale è in attivo per 1,2 miliardi di euro, a fronte di un +12,9% dell'import.

Le cifre sono state diffuse ieri mattina a Milano in occasione della presentazione della nuova edizione di Super, salone organizzato da Pitti Immagine in collaborazione con Fiera Milano, che andrà in scena dal 26 al 28 settembre 2015 al Padiglione 3 di Fieramilanocity. Super è dedicato alle collezioni di abbigliamento e accessori (circa il 60%) donna: alla kermesse parteciperanno 170 marchi di cui il 40% stranieri. A questa sesta edizione di Super sono attesi seimila buyer di cui 1,200 esteri.

L'audience straniera è fondamentale: l'orizzonte cui fa riferimento la moda femminile italiana, un settore che con i 12,5 miliardi di euro di ricavi registrati nel 2014, in crescita del 2,5% sul 2013, assorbe il 24% del fatturato complessivo del tessile-moda made in Italy, è sempre più globale. Nel 2014, infatti, le esportazioni sono salite del 4,7% a 7,3 miliardi di euro e sono arrivate a pesare per il 59% sul giro d'affari di settore.
«Nonostante le incertezze –ha detto Gaetano Marzotto, presidente di Pitti Immagine Uomo – lo scenario internazionale è promettente: riponiamo grandi speranze in un potenziale patto commerciale tra Stati Uniti ed Europa che credo potrebbe concretizzarsi a fronte di una maggiore coesione interna all'Unione Europea, una questione oggi all'ordine del giorno».

A preoccupare è ancora domanda interna: sebbene nel 2014 il calo del sell out del womenswear sul mercato domestico (-3,7%) sia quasi dimezzato rispetto all'anno precedente, le speranze di una ripresa rimangono disattese. Secondo le rilevazioni statistiche di Sita Ricerca per Smi, nel periodo compreso tra la P-E 2014 e l'A-I 2014/15 la spesa delle famiglie italiane in prodotti di moda donna è diminuita del 2,7% rispetto al periodo corrispondente del 2013.

Le fiere rappresentano un importante vetrina internazionale per la moda donna italiana. Una vetrina da potenziare: «Nei prossimi mesi ci concentreremo sulla definizione strategica dell'identità delle fiere milanesi – ha detto Cristina Tajani, assessore alla Moda del Comune di Milano – con uno sforzo congiunto». A farle eco sono stati sia Carlo Capasa, neo presidente della Camera della Moda, che ha sottolineato come «si debba potenziare la presenza straniera alle fiere, passando dall'attuale 20% all'80%», sia è stato Corrado Peraboni, ad di Fiera Milano: «C'è bisogno di collaborazione tra enti diversi – ha detto–; le nostre fiere devono essere in grado di creare massa critica affinchè Milano diventi un polo di attrazione internazionale».

In concomitanza con Super andrà in scena anche Mipap, manifestazione dedicata al pret-à-porter femminile che riunirà, sempre a Fieramilanocity, ben 160 collezioni donna per la primavera-estate 2016.

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