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La bellezza cerca nuovi mestieri

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Beauty & Benessere

La bellezza cerca nuovi mestieri

Store manager che siano anche make up artist; esperti di comunicazione digitale che aiutino aziende e professionisti a raccogliere consensi in rete, grazie ai social network. E, ancora, persone che sappiano fare da ponte tra la creazione di un prodotto e la sua destinazione commerciale. Il settore cosmetico è alla ricerca di professioni nuove: figure nate dall’ibridazione di mestieri diversi, i cui confini sono sempre meno marcati, nate per dare una risposta concreta alle esigenze di una fascia di consumatori nuova e frutto di contaminazioni tra dimensione on e off line.

L’incontro tra domanda e offerta, come accade sempre più spesso, può avvenire nel mondo virtuale: il portale FashionJobs, che segnala offerte di lavoro nei settori moda, bellezza e lusso, evidenzia attualmente 109 posizioni aperte nell’industria della bellezza. A trionfare sono i settori della vendita al dettaglio e dell’estetica, ma le offerte, concentrate principalmente in Lombardia, spaziano dagli addetti alla vendita ai make up artist, dai contabili agli specialisti nel settore marketing, fino agli agenti di vendita sul territorio. I contratti offerti sono per lo più a tempo pieno (81) anche se non mancano i part time, disponibili soprattutto per chi cerca lavoro come assistente alla vendita.

Le aziende che hanno inserito le loro offerte di lavoro su FashionJobs– che è francese, ma opera in Italia da dieci anni – sono internazionali: Estée Lauder, Sephora, Yves Rocher e Aveda sono tra queste. Ad avere diverse posizioni aperte è Kiko, azienda che fa parte del gruppo Percassi, leader nel connubio tra beauty e retail. La ricerca di personale da inserire negli store a insegna Kiko va di pari passo con l’ampliamento della rete di vendita – agli attuali 716 negozi, distribuiti in 12 paesi, presto se ne aggiungeranno altri tra Hong Kong e la Svezia – ed è sempre in corso: gli assistenti alla vendita vengono vagliati dai responsabili di negozio, a loro volta selezionati dall’ufficio recruiting interno. Per diventare store manager è necessario avere una formazione nel beauty o la qualifica di make up artist; commesse e commessi, invece, hanno a disposizione un periodo di formazione post-assunzione organizzato dall’azienda. Le aree più dinamiche sul fronte occupazionale sono due: il segmento marketing-prodotto e la comunicazione. Nel primo caso Kiko punta ad assumere laureati in economia con un’esperienza almeno biennale maturata nel settore commerciale, ma anche personale da impiegare nel settore controllo qualità oppure nel visual merchandising. Nella comunicazione, invece, la partita si svolge sul fronte digitale. In totale, Kiko assume ogni anno circa 50 persone per ricoprire posizioni corporate.

Negli ultimi anni i livelli occupazionali del settore beauty sono rimasti sostanzialmente stabili: le 500 aziende della cosmetica made in Italy associate a Cosmetica Italia, di cui il 95% piccole e medie imprese, danno lavoro a 35 mila addetti ai lavori che diventano 200mila se si contano i lavoratori indiretti. Il 54% degli impiegati nell’industria cosmetica è donna: si tratta di una percentuale nettamente superiore alla media del settore manifatturiero italiano, che si aggira intorno al 28%. L’11% degli occupati nella bellezza made in Italy è laureato (contro una media nazionale del 6%).

Chi cerca lavoro nel settore si trova davanti a uno scenario in evoluzione: «Il sentiment degli italiani sta migliorando – dice Enrico Finzi, sociologo dei consumi, relatore al convegno “I Mestieri della Cosmetica”, promosso da Cosmetica Italia, che si è tenuto il 19 ottobre a Expo – e questa speranza di ripresa ha già avuto i primi riflessi positivi sui consumi nella cosmesi. Le macroaree da tenere sott’occhio sono tre: il segmento unghie, che credo sia destinato a sgonfiarsi, ma che al momento va a gonfie vele; il canale delle estetiste professionali e quello degli acconciatori: per crescere devono puntare sulla qualità e sulla vendita dei prodotti di mantenimento».

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