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Alber Elbaz lascia Lanvin. Il suo “j’accuse” al fashion…

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Alber Elbaz lascia Lanvin. Il suo “j’accuse” al fashion business: «Vuole urlare, io preferisco sospirare». Prossima fermata Dior?

(Olycom)
(Olycom)

Alber Elbaz lascia la direzione creativa di Lanvin dopo 14 anni. La maison ha confermato il rumor che era stato lanciato dal magazine Wwd. Elbaz avrebbe già liberato il suo ufficio nella sede di Lanvin, in Rue du Faubourg Saint-Honoré a Parigi.

Visto il recente addio di Raf Simons a Dior, in molti ora si aspettano che lo stilista belga sarà sostituito da Elbaz. Elbaz, nato nel 1961 a Casablanca, ha lavorato nell’atelier di Guy Laroche prima di entrare in quello di Yves Saint Laurent, dove iniziò a esprimere il suo profondo talento. Pupillo di Pierre Bergé, dopo l’addio di Saint Laurent, il nome di Elbaz era il più papabile per la successione, cosa che però non accadde. Nel 2000 Elbaz aveva anche lavorato in Krizia, per soli tre mesi, oggi di proprietà dell’imprenditrice e stilista cinese Zhu Chongyun. Dal 2001 era direttore creativo di Lanvin, di cui il direttore marketing, Alex Koo, è anche suo compagno di vita da 22 anni.

Lanvin è di proprietà di Harmonie S.A., gruppo fondato nel 1998 e con base a Lussemburgo, e guidato da Shaw-Lan Wang, tycoon dei media di Taiwan. Nel 2014 ha avuto ricavi stimati in 250 milioni di euro.

All’inizio di settembre Elbaz aveva inaugurato la mostra “Alber Elbaz/Lanvin Manifesto” a Parigi, di cui era il curatore. E che chiuderà, quasi come se tutto fosse stato già previsto, il 31 ottobre.

Aggiornamento del 29 ottobre: Alber Elbaz ha diffuso una sua, personale nota sulla vicenda, di cui riportiamo la traduzione:
«In questo momento del mio addio a Lanvin a seguito della decisione dell’azionista di maggioranza della società, vorrei esprimere la mia gratitudine e i miei pensieri più affettuosi a tutti coloro che hanno lavorato con me con passione al rilancio di Lanvin negli ultimi 14 anni. Vorrei esprimere il mio affetto a tutti i meravigliosi colleghi degli atelier Lanvin che mi hanno accompagnato, arricchito e supportato il mio lavoro. Insieme abbiamo affrontato la sfida creativa che Lanvin ci aveva lanciato, e le abbiamo ridato splendore, riportandola nella opportuna posizione fra le migliori maison del lusso francesi. Vorrei anche esprimere la mia profonda e più sentita gratitudine a tutti i clienti e gli amici, alla stampa francese e internazionale e a tutti quei business partner che hanno collaborato con Lanvin, dandoci sostegno fin dal 2001. Mi auguro che la maison Lanvin abbia il futuro che merita fra i migliori brand del lusso di Francia, e spero che trovi la visione di business che le serve per intraprendere la giusta direzione».

Circa una settimana fa, ritirando il premio Superstar di Fashion Group International a New York, dalle mani di Meryl Streep, Alber Elbaz aveva detto: «Ho bisogno di più tempo, e credo che tutti nella moda in questo periodo abbaino bisogno di più tempo (...). Noi designer abbiamo iniziato come couturier, con intuizioni e sentimenti. Abbiamo iniziato chiedendoci: cosa vogliono le donne? Di cosa hanno bisogno? Cosa posso fare per rendere la vita delle donne migliore e più semplice? Come posso renderle più belle? Questo è quello che facevamo. Poi siamo diventati “direttori creativi”, quindi abbiamo dovuto creare, ma soprattutto dirigere. E ora dobbiamo diventare “image makers”, accertandoci che tutto venga bene in foto. Lo schermo deve urlare, baby! Questa è la regola. E la chiassosità è il nuovo cool, e non solo nella moda. Io preferisco sospirare. Credo che così si vada più nel profondo e duri di più». Un richiamo non troppo velato alle esigenze sempre più stringenti del business, che tarpano le ali alla creatività, probabilmente una delle cause, se non quella principale, che sta segnando gli addii di questi giorni.

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