
Dall'astronomia pionieristica delle antiche civiltà, alle scoperte tecnico-scientifiche della metà del secolo scorso. Un 2015 dai contenuti affascinanti, quello di Jaeger-LeCoultre, manifattura che proprio in questi giorni ha introdotto sul mercato quattro nuove referenze di un orologio, il Geophysic, la cui prima apparizione risale addirittura al 1958, Anno Geofisico Internazionale.
Declinato in versione True Second e Universal Time, con cassa in oro rosa o acciaio, il nuovo Geophysic è il modello che più attinge dal bagaglio di competenze sviluppate dal brand con le collezioni Hybris Mechanica e Hybris Artistica, da sempre fucine di meraviglie tecniche ed estetiche. E che si appresta a rivestire un ruolo importante nell'offerta del marchio, come sottolineato da Claudio Angè, direttore di Jaeger-LeCoultre Italia. «La collezione Geophysic ha tutte le caratteristiche per divenire un autentico pilastro al fianco del Reverso, del Master e del Rendez-Vous tra i femminili, andando a coprire il segmento degli orologi sportivo-eleganti». Un modello che, ai canoni estetici del suo precursore, affianca accorgimenti tecnici all'avanguardia. Come il bilanciere a inerzia variabile Gyrolab, o la complicazione dei secondi veri, scelta non usuale e ben più elaborata di quanto il semplice scatto secco della lancetta dei secondi possa far sembrare, che ha richiesto un'apposita modifica dei calibri automatici che equipaggiano i due modelli. Un boost perfetto, in vista del Natale, per un marchio che vale il 5% del fatturato dell'intero Gruppo Richemont con 580 milioni di euro (stima Vontobel sul 2014/15), e che oggi in Italia si dimostra tra i più promettenti.
«Il 2015 si sta rivelando decisamente in crescita rispetto all'anno scorso – continua Angè –, con ottobre che ha confermato al rialzo previsioni già ottimistiche. E se questo trend verrà mantenuto, come credo, arriveremo a fine marzo con un segno più a doppia cifra percentuale rispetto all'anno passato».
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