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Bulgari triplica la manifattura di Valenza, che sarà la più grande d’Europa. Babin: «Il made in Italy è strategico»

Valenza (Alessandria)
Un investimento da decine di milioni di euro, che moltiplica per tre la capacità produttiva di Bulgari e radica a Valenza, sede dello storico distretto orafo piemontese, la più grande manifattura di gioielli in Europa. L'apertura dello stabilimento, annuncia a Valenza l'amministratore di Bulgari Jean-Christophe Babin, è prevista per l'autunno dell'anno prossimo. In programma l'assunzione a regime di 300 persone che si aggiungeranno ai 380 addetti attualmente impiegati nelle produzioni Bulgari e l'apertura della prima Bulgari Academy, per la formazione e la specializzazione delle maestranze. «La nostra scelta – spiega – è stata quella di sostenere un investimento greenfield per aumentare la nostra capacità produttiva e ottimizzare i nostri processi».

Un progetto ambizioso, «che mette insieme manifattura e creatività – sottolinea Babin – e che è simbolo di un'Italia che vince». L'Italia che esporta, spiega, l'Italia «ricca di poli di eccellenza e di qualità, come il distretto dei macchinari a Modena, il cuoio a Firenze, la seta a Como». La factory Bulgari fa parte di questa Italia, «forte di un talento creativo e di una artigianalità che fanno la fama dei prodotti made in Italy».

Il rendering del progetto svela una struttura di oltre 14mila metri quadrati che nasce alle spalle di cascina storica, sede del primo laboratorio orafo di Valenza. Tre piani, di cui uno interrato, una corte su cui affacciano il ristorante aziendale e gli uffici e una sorta di pelle metallica che protegge lo stabilimento senza bloccare la luce e che svolge la funzione di garantire un maggiore isolamento termico e un minore fabbisogno energetico per la climatizzazione.

Nell'Alessandrino Bulgari – brand storico della gioielleria italiana, oggi parte del gruppo francese Lvmh – ha due poli produttivi che hanno raggiunto la saturazione. L'investimento in Italia, spiega Babin, risponde ad una esigenza urgente, quella di concentrare e ottimizzare la produzione in uno stabilimento moderno e che risponda ad alti canoni di sostenibilità ambientale, guarda ai prossimi dieci in termini di volumi produttivi e potenziale crescita di mercato e garantisce una visione «a trent'anni» per casa Bulgari che vanta un anno record, come Babin lo definisce, e performa meglio della media del settore.

Un connubio felice tra collezioni icona come il serpente e il B01 – l'anno prossimo in vista una novità per la serie di anelli nata a fine anni Novanta – e una fase di creatività con il lancio della linea Diva e della linea di orologi donna. Con un mercato del lusso e dell'acquisto emozionale, come è il caso dei gioielli, che vede al primo posto i cinesi, come descrive Babin, accanto agli asiatici in generale, agli americani e ai mediorientali, «con gli europei – aggiunge – che hanno ricominciato a comprare dopo che nel 2013-2014 erano rimasti indietro».

A Valenza Bulgari concentrerà la produzione di tutte le collezioni, dalla fascia base ai prodotti del segmento medium-high, mentre tutta l'alta gioielleria resterà in capo al laboratorio orafo di Bulgari a Roma. E uno dei punti di forza dell'investimento fatto a Valenza– accanto agli investimenti fatti negli ultimi anni su quaranta punti vendita della rete commerciale Bulgari, a cominciare da via Condotti, per renderli sempre più esclusivi – sarà quello di garantire maggiore velocità ed efficienza ai processi produttivi con la possibilità di variare in tempo reale il mix di volumi e prodotti, quelli a maggiore contenuto di ore uomo lavorate e quelli a più basso contenuto. Un potenziamento della capacità produttiva che è anche e soprattutto una scommessa su un mercato in crescita.

E alla domanda sulla competitività dell'Italia, la risposta di Babin è chiara: «L'Italia ha un patrimonio di eccellenze storiche che sono riuscite a crescere e a globalizzarsi, grazie alla capacità di tenere insieme la padronanza tecnologica e la capacità nel design e nella creatività. L'arte orafa è una di queste».

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