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Tiffany apre a Venezia e Roma

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Gioielli

Tiffany apre a Venezia e Roma

Rendering del negozio che aprirà a Venezia
Rendering del negozio che aprirà a Venezia

Meglio del dato globale, di quello asiatico e forse anche di quello americano. Anche se per fare i conti definitivi bisogna aspettare la fine dello shopping natalizio. È l'andamento 2015 (a cambi costanti) di Tiffany sul mercato europeo, compresa l'Italia. Complici le incertezze geopolitiche, il superdollaro e gli scossoni valutari, certo. Ma nel caso del nostro Paese c'è stato anche un positivo effetto Expo, che ha interessato tutte le città in cui il marchio americano di gioielleria e orologeria è presente, non solo Milano.

«L'Italia è sempre stata un mercato strategico, ma alla luce dei risultati degli ultimi due anni abbiamo deciso di impegnarci ancora di più – spiega Raffaella Banchero, ceo di Tiffany Europe –. Nella primavera del 2016 apriremo il primo negozio a Venezia, in calle Vallaresso, a pochi metri da San Marco e dall'Harry's Bar, e la terza boutique di Roma, in via Condotti. Investimenti molto importanti, viste le location».
A Roma e forse ancora di più a Venezia gli spazi disponibili sono pochi e gli affitti, nonostante la crisi del mercato immobiliare, non sono mai scesi. «A Venezia in particolare, trait d'union tra la proprietà, Edizione srl, e Tiffany è stata la società di consulenza Jll Italia, che ci ha supportati nell'individuazione della location – precisa Raffaella Banchero –. Pensiamo di poter intercettare la clientela locale e i turisti, come accade negli altri otto punti vendita italiani».

Nei primi nove mesi dell'esercizio fiscale 2015-16 (febbraio-ottobre), il fatturato di Tiffany è arrivato a 2,9 miliardi di dollari, in crescita del 4% a cambi costanti ma in calo del 2% a cambi correnti. A soffrire (-12%) è stato anche l'utile netto del periodo, pari a 307 milioni di dollari. Escludendo però oneri e operazioni straordinarie, la redditività netta sarebbe salita del 4%. Nella sola Europa, le vendite dei primi nove mesi sono invece aumentate del 14% a cambi costanti.
«In Italia continuiamo ad avere un'affezionata clientela a cui si aggiungono i turisti: nel 2015 sono di fatto spariti i russi, ma i cinesi hanno compensato ampiamente – racconta il ceo per l'Europa di Tiffany –. Abbiamo inoltre notato importanti cambiamenti della clientela cinese: non ci sono già più i pullman o le tappe pre-organizzate di shopping. Il turismo è diventato individuale, di business, o magari famigliare. In ogni caso, i cinesi arrivano in negozio e sanno già tutto del brand perché si sono informati su internet. Non solo: si capisce che hanno sviluppato un loro gusto, un'idea di stile. Non comprano più soltanto il marchio. Last but not least, sono sempre più attenti alla qualità e in questo un brand come Tiffany, ovviamente non solo per i cinesi, è la migliore garanzia».

Tra i best seller del 2015 e quasi certamente del Natale, a Milano c'è il bracciale con il famoso cuore creato in limited edition per Expo, ma anche i nuovi charm e la linea Infinity, accanto a long seller come le collezioni firmate da Elsa Peretti. Dopo l'estate sono inoltre aumentate le vendite degli orologi, che Tiffany ha rilanciato nella primavera del 2015, con l'ambizioso obiettivo di portare i ricavi del business al 10% del totale entro dieci anni (si veda Moda24 del 3 aprile). «A Milano, dove c'è una sala dedicata agli orologi, le vendite stanno andando molto bene, come negli altri negozi italiani ed europei, soprattutto per quelli da uomo – precisa Raffaella Banchero –. Ci ha sorpresi positivamente poi la boutique di Verona, aperta poco più di due anni fa: abbiamo clienti della città e di Trento e Bolzano, oltre che turisti. In questo caso i russi ci sono ancora, forse perché non si tratta di classe media, ma di individui molto ricchi, che possiedono numerose proprietà sui laghi della zona». Prosegue l'ottimo andamento dell'e-commerce: l'Italia è il secondo mercato per vendite e il sito consente di raggiungere clienti in tutto il Paese, specie a sud di Roma, dove non ci sono monomarca.

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