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Lost&Found accelera e pareggia le buste paga

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Marchi emergenti

Lost&Found accelera e pareggia le buste paga

«Lost&Found ci sembrò da subito il nome perfetto. Ma quando decidemmo di registrarlo ci aspettavamo che fosse già preso e da chissà quanto tempo. Invece no: il marchio e l'azienda sono cresciuti sotto quel primo buon auspicio». Alessandro Esteri racconta così la nascita del marchio fondato insieme alla moglie Ria Dunn, classe 1978, stilista di origini canadesi, il cui nome è parte integrante del brand e che per 15 anni, prima di conoscere Esteri e di trasferirsi in Toscana con lui, aveva lavorato per grandi marchi della moda internazionali.

«Ci siamo conosciuti durante un viaggio in Nord Africa e il primo regalo che feci a Ria, forse già un pegno d'amore, fu una scultura messa insieme con oggetti trovati nel deserto durante una (innocente)scorribanda notturna. La chiamai Lost&Found in Marocco». Esteri, nato a Roma nel 1961, ha un passato come fotoreporter in zone di guerra, poi come fashion photographer e infine come consulente di branding, con una sua società: basta guardarlo per capire che qualsiasi cosa faccia, deve farla a modo suo, senza seguire regole imposte da altri.

«Lost&Found fu registrato da subito per 18 categorie di prodotto: iniziammo con l'abbigliamento ma ora disegniamo, produciamo e distribuiamo calzature, accessori, foulard, mobili e complementi d'arredo e e persino birra, che si può trovare da Eataly. Tutto fatto in Italia, anzi, in Toscana». Tra il 2010 e il 2015 il Cagr (tasso di crescita medio) dell'azienda è stato del 17,5%: senza pubblicità né ricerche di mercato, né consulenze esterne, né testimonial. «Ci capita di scoprire che celeb americane o stylist di Hollywood scelgono Lost&Found: è accaduto anche con Mission Impossible 5, dove Tom Cruise indossa un nostro giubbotto».

Dal 2011 Lost&Found ha accelerato: i dipendenti diretti sono passati da 5 a 25 e il fatturato da 1,65 milioni a 3,5, con un utile di quasi 700mila euro e un export del 70%. «Con la collezione principale siamo posizionati nel lusso : un pantalone costa tra i 550 e i 600 euro, un capospalla tra i 700 e i 1.400 euro. Poi presidiamo il segmento medio-alto con la linea Rooms, lanciata nel 2013 per l'uomo e nel 2014 per la donna. Nel 2016 prevediamo di arrivare a 4,6 milioni di fatturato e a 7,5 nell 2017. Un bench mark? Rick Owens, marchio indipendente, che non vuole piacere a tutti, ma suscita forti passioni».

Non è facile spiegare a parole lo stile di Ria Dunn e la filosofia dell'azienda (dove tutti, da Esteri, ceo, agli artigiani, guadagnano la stessa cifra): anche per questo Lost&Found è stato invitato al prossimo Pitti (12-15 gennaio). «In Sala Dogana sarà proiettato 12 volte, dal mattino a mezzanotte, il documentario girato da William Lacalmontie che racconta il nostro marchio, l'azienda e il modo di lavorare di Ria. Mentre la linea Rooms sarà esposta nel padiglione Unconventional», conclude Esteri.

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