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Dolce&Gabbana debutta con una linea di abaya e hijabs

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moda e islam

Dolce&Gabbana debutta con una linea di abaya e hijabs

Abaya e hijabs in tessuti iper leggeri e toni scuri, ravvivati da margherite, limoni e pois e impreziositi da dettagli in pizzo: Dolce&Gabbana ha lanciato la sua prima collezione di capi pensati per la clientela islamica. Lo ha fatto online, in esclusiva su un portale americano, nei giorni scorsi. La collezione, da abbinare con occhiali, gioielli e accessori della maison, riprende molti degli stilemi cari a Domenico Dolce e Stefano Gabbana, ma li rilegge in chiave “halal”, che significa lecita.

La casa di moda milanese non è la prima a pensare a una collezione indirizzata proprio alla clientela musulmana: griffe come Dkny, Oscar de la Renta, ed etichette fast fashion come Uniqlo, Zara e Mango hanno lanciato collezioni di capi realizzate ad hoc per il Ramadan.

Del resto, quello di religione islamica è un mercato in crescita per la moda italiana e internazionale: il report “State of the Global Islamic Economy 2014-2015” di Thomson Reuters e Dinar Standard stima che nel 2019 i musulmani spenderanno 484 miliardi di dollari in prodotti di moda, abbigliamento e calzature. Nel 2013 la stessa spesa si attestava su una cifra ben inferiore: 266 miliardi di dollari.

A sottolinare come sia il womenswear ad assorbire a maggior parte dei ricavi generati dall'industria della moda nei paesi che aderiscono alla Organisation of Islamic Coperation (OIC) è invece lo studio “Doing Business in Halal Market” di Euromonitor International. Nel 2013 l’abbigliamento donna ha generato un terzo dei ricavi di settore (il 34%), seguito dal menswear (27%), dalle calzature (21%), dall'abbigliamento junior (12%) e dagli accessori (3%).

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