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Fgf di Enzo Fusco riparte da Blauer e dalle Prince Tees

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Fgf di Enzo Fusco riparte da Blauer e dalle Prince Tees

Enzo Fusco
Enzo Fusco

«Dal 2010, anno dell’acquisizione dalla Sportswear Company di Carlo Rivetti, non avevamo mai smesso di investire su Cp Company. Ma rilanciare un brand a livello internazionale, come avremmo voluto fare, si è rivelato più difficile del previsto, complice anche la crisi economica globale». Enzo Fusco, a capo del gruppo Fgf, torna così sulla vendita dello storico marchio di capispalla nato in Italia nel 1975 e ceduto poco più di un mese fa alla Tristate Holdings, gruppo di abbigliamento di Hong Kong che fa capo all’imprenditore Peter Wang.

«Negli scorsi anni abbiamo avuto molti contatti con aziende cinesi della moda e del lusso, sia per Cp Company sia per gli altri marchi del nostro gruppo – sottolinea Fusco –. Wang ci ha colpito per la conoscenza profonda del sistema moda italiane ed europeo e per la sua passione per Cp Company a la sua ammirazione per il fondatore del marchio, Massimo Osti, stilista e imprenditore che ha segnato la storia del casulawear italiano e non solo».

Il distacco quindi non è stato facile ma Fusco è convinto che Cp Company sia «in ottime mani» e che in futuro possa crescere su tutti i mercati, a partire dalla Cina, dove Tristate Holdings possiede una rete di 950 negozi di abbigliamento». Ora l’imprenditore, che da oggi sarà a Pitti e poi in showroom a Milano per i quattro giorni della moda maschile, vuole concentrarsi sugli altri brand del gruppo: Blauer, Bpd e Prince Tees, il progetto di magliette in cashmere e seta lanciato insieme a Emanuele Fililberto di Savoia, che per l’autunno-inverno 16-17 propone anche una linea di “nightwear” (un modo diventato molto chic per dire pigiami). «La qualità del prodotto è garantita sia dal know how del nostro gruppo sia dal fatto che è tutto made in Italy al 100%. Puntiamo ai migliori multimarca italiani ed europei e sul passaparola, prima ancora che su pubblicità e marketing – conclude Fusco –. Oggi buyer e consumatori sono sempre più informati, attenti, ossessionati dalla qualità, oltre che dall’originalità. Siamo convinti che il progetto Prince Tees possa avere un grande successo. Basta non essere impazienti».

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