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Contraffazione, due vittorie in Cina per Zegna e Vuitton

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Lotta ai falsi

Contraffazione, due vittorie in Cina per Zegna e Vuitton

A volte si può avere la sensazione di combattere una guerra impossibile da vincere, ma (giustamente) aziende come Ermenegildo Zegna non desistono e continuano a contrastare, prima di tutto a livello legale, il fenomeno della contraffazione, particolarmente diffuso in Cina.

È notizia di pochi giorni fa che il Tribunale di Guangzhou ha emesso una sentenza che intima la società cinese Guangzhou Fuyn a cessare le attività di contraffazione dei marchi del gruppo Zegna e la condanna a un risarcimento di 2,04 milioni di renmimbi, pari a circa 290mila euro. La Guangzhou Fuyin aveva realizzato diverse linee di abbigliamento con nomi come ZSNOI, ZZSNOI e ZSNOIsport, utilizzando marchi e immagini che si confondevano con quelli utilizzati da Zegna. La sentenza ha stabilito che il brand di abbigliamento maschile, realizzato da Guangzhou Fuyin Trading Co. ha violato i diritti del Gruppo Zegna a partire dal 2011, imitando i caratteri e l'immagine dei marchi Zegna.

La contraffazione danneggia tutti i marchi della moda e del lusso, come dimostra un altro caso di questi giorni, di cui ha dato notizia il quotidiano americano Wwd. Louis Vuitton (gruppo Lvmh) ha denunciato al tribunale di Pechino la vendita di prodotti falsi su Taobao, la più grande piattaforma di e-commerce cinese, di proprietà del colosso Alibaba, chiedendo un risarcimento danni di 250mila renmimbi (circa 35mila euro). In particolare, sono tre i rivenditori che sono oggetto della denuncia di Lvmh, accettata dalla giustizia cinese. Wwd sottolinea che l'altro grande gruppo del lusso francese, Kering, ha intrapreso una sua battaglia contro Taobao e Alibaba sugli stessi temi.

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