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Orologi, accelera la fascia top. Ottimismo al Salone di Ginevra

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Orologi, accelera la fascia top. Ottimismo al Salone di Ginevra

Dai 16 espositori del 2015 a 24, disposti su una superficie totale di 37.500 metri quadrati: basterebbe questo dato per dare un'idea dell'ottimismo – e del desiderio di investire – che ha caratterizzato la 26esima edizione del Salon International de la Haute Horlogerie (Sihh), l'evento annuale dedicato all'orologeria di alta gamma che si chiude oggi a Ginevra.

Ottimismo che sfida la tempesta perfetta iniziata nel 2015 e tuttora in corso composta da almeno cinque fattori: la decisione, presa proprio un anno fa dalla Banca centrale svizzera di abbandonare il tasso fisso di cambio franco/euro; l'epidemia di Mers in Corea; il rallentamento del mercato del lusso in Cina; gli attentati di Parigi e nel resto del mondo; il crollo delle Borse cinesi in agosto e ora le turbolenze intorno allo yuan e ad altre valute. Ma il lusso – e gli orologi in particolare – sono resilienti, si sa: secondo i dati Bain-Altagamma (si veda anche lo Speciale Orologi del Sole 24 Ore del 9 dicembre) nel 2015 il mercato dei segnatempo di lusso è cresciuto a cambi costanti del 7% a 38 miliardi di euro rispetto ai 36 del 2014. Un dato – l'aumento “high single digit” delle vendite – confermato da tutti gli espositori del Sihh, una fiera creata nel 1991 dal gruppo Richemont per dare maggiore visibilità al suo portafoglio di marchi di posizionamento alto. Al Sihh 2016 erano presenti tutti i marchi del colosso svizzero (A.Lange&Söhne, Baume&Mercier, Cartier, Iwc, Jaeger-LeCoultre, Montblanc, Panerai, Piaget, Roger Dubuis, Vacheron Constantin,Van Cleef&Arpels) e quattro indipendenti (Audemars Piguet, Greubel Forsey, Richard Mille e Parmigiani).

Rispetto al 2015 si sono aggiunti nove piccoli produttori riuniti nello spazio Carré des Horlogers: Christophe Claret, De Bethune, H.Moser &Cie, Hautlence, HYT, Kari Voutilainen, Laurent Ferrier, MB&F e Urwerk. La scelta di allargare l'offerta del Sihh a piccole maison è frutto dell'impegno di Fabienne Lupo, presidente della Fondation de la Haute Horlogerie, che organizza il Salone di Ginevra: «Da circa 15 anni l'orologio meccanico ha conosciuto una seconda giovinezza e questo ha dato nuovo impulso al nostro settore: abbiamo visto nascere marchi che si muovono nel solco della tradizione e altri profondamente innovativi nell'estetica e nella meccanica. Come Sihh – ha spiegato Fabienne Lupo in un'intervista alla rivista americana Forbes – sentiamo il dovere di essere vetrina anche di queste nuove tendenze, che cominciano ad avere un peso di rilievo sul mercato».

Il marchio con il numero maggiore di novità è, come sempre, Cartier, maison di punta del gruppo Richemont, che al Sihh ha portato 110 novità. «La più importante è il Drive, un orologio da uomo con un entry price di circa 6mila euro che sarà in negozio a partire da maggio e che presenteremo ufficialmente al mondo con un grande evento in giugno. Dove? Al Pitti Uomo di Firenze, un ulteriore segnale dell'importanza del mercato italiano per Cartier e per il nostro gruppo», ha spiegato François-Marc Sastre, direttore generale Sud-est Europa della maison di orologi e gioielli.

Nel 2015 l'Italia e Milano, dove tutti i marchi o quasi hanno boutique monomarca, hanno regalato grandi soddisfazioni, complice Expo e i suoi 20 milioni di visitatori. Tra le incognite del 2016 ci sono proprio i flussi turistici, che potrebbero rallentare per via del terrorismo e degli scossoni valutari. I vertici di Richemont restano comunque cautamente ottimisti, forti di un primo semestre dell'esercizio fiscale 15-16 in crescita: i ricavi sono cresciuti del 15% a 5,82 miliardi e l'utile è arrivato a 1,1 miliardi (+22% sullo stesso periodo del precedente esercizio).

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