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Il risiko degli stilisti continua: dopo Sartori e Mullane, anche Stefano Pilati lascia Zegna

Il rumor dei giorni scorsi è stato confermato: Stefano Pilati dice addio alla guida creativa di Ermenegildo Zegna, a tre anni dal suo arrivo.

Si tratta della terza uscita nel giro di poco tempo nel menswear, dopo quella di Brendan Mullane da Brioni (che dirigeva sul piano creativo dal luglio 2012) e di Alessandro Sartori da Berluti, dopo cinque anni di collaborazione. E per Pilati ora si ipotizza l’ingresso nella maison Lanvin che, a sua volta, aveva visto la dipartita di Alber Elbaz il 28 ottobre dello scorso anno.

Le separazioni sembrano essere consensuali: «Ho riflettuto a lungo su questa decisone e dopo un confronto con Gildo Zegna abbiamo concluso che l'obiettivo per cui ero sto chiamato è stato pienamente raggiunto - ha detto Pilati in una nota - . Spero ora di potermi concentrare su altri progetti che avevo accantonato per dedicarmi completamente alla collezione Ermenegildo Zegna Couture. È stato un onore lavorare con questa straordinaria azienda famigliare che fa della qualità, dell' artigianalità e dell' eccellenza i pilastri del suo business. Ringrazio il gruppo Zegna e in particolar modo Gildo Zegna che mi ha dato uno straordinario supporto e che rimarrà per me un amico e un mentore».

Brioni e Brendan Mullane hanno affidato anch’essi a una nota la «decisione condivisa di non prolungare la collaborazione». La collezione primavera-estate 2017 del marchio romano (fondato nel 1945), che ha la propria sede produttiva a Penne, in Abruzzo, ma nel 2011 è stato acquisito dal gruppo Kering, verrà realizzata da un team di designer interno all’azienda, mentre l’annuncio del nuovo direttore creativo avverrà «a tempo debito». «Voglio esprimere la mia gratitudine - ha detto Mullane - e il mio affetto nei confronti della mia squadra di designer e di tutti gli artigiani che hanno lavorato con me in modo così appassionato. Auguro a Brioni il futuro che merita tra i migliori luxury brand». Anche Gianluca Fiore, ceo di Brioni, ha parlato di passione: «La passione, la visione e il carisma di Brendan sono sempre emersi dal suo lavoro e noi gli siamo grati per l’impegno che ha mostrato verso l’azienda».

Anche l’addio di Sartori a Berluti è stato reso noto dall’azienda del gruppo Lvmh con un comunicato ufficiale. Sartori ha ricoperto il ruolo di direttore creativo di Berluti fin dal debutto della collezione abbigliamento, nel novembre 2011. «Sono molto orgoglioso di aver avuto l'opportunità di sviluppare questa straordinaria azienda - ha detto Alessandro Sartori - e di aver creato una silhouette per l'uomo Berluti. Voglio ringraziare Antoine Arnault e Berluti per la fiducia che hanno riposto in me». A fargli eco è stato Antoine Arnault, amministratore delegato di Berluti proprio dal 2011: «Voglio ringraziare Alessandro Sartori per il suo eccezionale contributo al successo e allo sviluppo di Berluti. Sono sicuro che avrà successo nelle sue attività future».

La maison, fondata nel 1895 a Parigi e specializzata nella produzione di calzature su misura, è entrata a far parte della galassia Lvmh nel 1993 e da allora è cresciuta a livello internazionale. Produce in Italia scarpe e piccola pelletteria, introdotta nel 2005: nel luglio 2015 è stato inaugurato ufficialmente lo stabilimento di Gaibanella (Fe), dove sono impiegati 250 dipendenti.

(ultima modifica: 3 febbraio 2016 alle ore 15.45)

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