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Instagram “supercoccolato” a Milano: presa sui Millennials e advertising su misura i suoi punti di forza

Una delle sfide più impegnative per Eva Chen, Global Head of Fashion di Instagram, è far indossare ai protagonisti della moda in visita alla sede del social a Menlo Park la felpa aziendale, accessorio simbolo della digital economy: non ci è riuscita, per esempio, con Anna Wintour, che ha gentilmente lasciato al suo posto la #theInstagramSweatshirt (giustificandosi con «non ne ho mai indossata una prima»). Giovedì scorso, però, dopo averla già organizzata a Parigi la scorsa stagione, anche a Milano proprio la Wintour ha offerto una cena ad alto tasso di celebrità in onore di Chen e di Kevin Systrom, Ceo e co-fondatore di Instagram. In questa settimana della moda milanese, poi, per la prima volta le performance dei brand sul social (dal 2012 proprietà di Facebook) sono state oggetto di accurati e puntuali report.

La moda, insomma, non ha mai reso tanto onore a Instagram come stavolta. Perché? Partiamo dai numeri: arrivato a 400 milioni di utenti attivi (di cui 9 in Italia), secondo eMarketer Instagram sarà il social network che crescerà di più nei prossimi anni, nel 2016 nei soli Stati Uniti del 15,1%, rispetto a una media del settore del 3,1%. Protagonisti di questa espansione, poi, saranno proprio quei Millennial che si stanno definendo come la preda più ghiotta (e più difficile da intercettare) per il lusso, alle prese con una fase di transizione: sempre eMarketer prevede che negli Stati Uniti entro il 2019 circa i due terzi dei millennial dotati di smartphone avranno un account Instagram.

Oltre queste, le cifre “commerciali” sono ancor più interessanti: con i suoi 200mila inserzionisti, appena raggiunti, e per il 75% al di fuori degli States, Instagram nel 2016 genererà il 9,5% ai ricavi globali da pubblicità di Facebook, percentuale che nel 2017 salirà al 14% e che nel 2015 era del 5%. Tassi di crescita che anche i brand più capaci di usare i “tool” sempre più personalizzati del social potrebbero condividere. Alcuni, intanto, hanno già lanciato i loro “InstaShop”, foto da cui si accede direttamente alla e-boutique, come Valentino e MyTheresa. com. Ancor di più saranno le pmi a beneficiare del boom di Instagram, come ha detto di recenteJames Quarles, alla guida dello sviluppo del brand di Instagram, ribadendo l'osservazione del country manager per l'Italia Luca Colombo (si veda Moda24 del 18 dicembre 2015): un potenziale, importante sostegno “social” alla stragrande maggioranza delle circa 47mila aziende del tessile-moda italiano.

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