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L’alta sartoria napoletana di Rubinacci al Victoria&Albert museum di Londra

Quella “Lh” che sta per “London House”, il nome con cui a Napoli nel 1932 Gennaro Rubinacci battezzò la sua azienda, in omaggio alla tradizione sartoriale della capitale britannica, campeggia ancora, seppur discretamente, nelle etichette delle creazioni contemporanee di Rubinacci. E proprio a un museo di Londra, il Victoria&Albert Museum, Mariano Rubinacci ha appena donato due delle creazioni del suo atelier, che entreranno a far parte della collezione permanente di moda del museo, fra le più importanti e ricche del mondo.

Si tratta dei primi abiti di alta sartoria napoletana ad avere questo onore, evento che la maison Rubinacci ha celebrato con un ricevimento nell'ambasciata italiana nella capitale britannica, a Grosvenor Square: lì Mariano e Luca Rubinacci, seconda e terza generazione della famiglia, hanno accolto, fra gli altri ospiti, anche il principe Michael di Kent e Sonnet Stanfill, curatrice della sezione di moda del museo londinese.
Alcuni abiti degli anni 40 firmati Rubinacci erano già stati ospitati al Victoria&Albert nel 2014 in occasione della mostra “Glamour of Italian Fashion”, e ancor prima una giacca di seta degli anni Trenta era stata concessa in prestito al Fashion Institute of Technology di New York.
A Londra si trova anche l'unico all'estero dei tre monomarca Rubinacci (gli altri sono a Napoli e a Milano, in via del Gesù), in Mount Street, Mayfair, seguito in prima persona da Chiara Rubinacci, figlia di Mariano. E l'estero genera oggi circa l'80% dei ricavi della sartoria.

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