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Dalla Francia agli Emirati il boom della cosmetica halal

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Dalla Francia agli Emirati il boom della cosmetica halal

Creme, shampoo, rossetti e fondotinta “leciti” per esaudire i desideri di una clientela dal potenziale enorme: i musulmani.

La cosmetica halal è un mercato in rapida crescita: secondo il report “State of the global islamic economy 2014-15” di Thomson Reuters nel 2019 i musulmani spenderanno circa 73 miliardi di dollari in prodotti di bellezza, oltre 30 miliardi in più rispetto a quanto hanno speso nel 2013.

L’interesse delle aziende nei confronti della cosmesi halal, considerata dunque lecita dalla religione islamica, è aumentato di pari passo: Cosmoprof Worldwide Bologna, per la prima volta, ospita all’interno del padiglione dedicato alla cosmesi naturale il progetto Halal beauty Care &Spa, realizzato in partnership con l’ente di certificazione halal italiano Whad (World halal development).

Le aziende che saranno presenti in questo contenitore sono accomunate, dunque, dal fatto che non impiegano derivati animali o alcool. Ma sono profondamente diverse tra loro: Nuage de Beautè, per esempio, è un marchio italiano che fa capo a Rf cosmetici, azienda bolognese che principalmente produce per terzi e che, qualche anno fa, ha scelto di rivoluzionare i propri standard produttivi così da realizzare prodotti leciti: «Volevo andare a incontrare le esigenze della clientela musulmana - dice Rita Rizzi, titolare - e per farlo ho dovuto fare un cambiamento radicale. A partire dai principi attivi: l’alcool che serve per alcuni estratti comunemente usati è bandito». Il marchio è arrivato dopo: «Abbiamo lanciato la nostra linea a settembre 2015: usiamo ingredienti italiani, studiamo a fondo il packaging. Abbiamo avuto riscontri positivi da Emirati, Arabia Saudita, Indonesia. Puntiamo anche alla Francia, un mercato dal potenziale elevato».

La Allegrini di Grassobbio (Bg), invece, produce tra le altre cose amenities per gli hotel: mini saponette, flaconi, liquidi. E, dopo essere stata una delle italiane apripista nella sostenibilità, a inizio 2016 ha ottenuto le certificazioni dalla Halal International Authority: «Quello dei prodotti conformi ai dettami dell’Islam è un mercato in rapida espansione - spiega Maurizio Allegrini, titolare - basti pensare a tutte le acquisizioni fatte dai fondi qatarini nel settore hotellerie».

Tra le aziende straniere a Cosmoprof c’è la francese Khadija Cosmetics, che produce prodotti body care e make up leciti: «Volevamo offrire un’alternativa al 100% halal per i consumatori musulmani. E per noi - dice Maria Drudis, manging director - vuol dire prodotti naturali, non testati su animali e che abbiano effetti positivi sulla comunità e sull’ambiente». Tra i best seller ci sono lipgloss, fondotinta e kayal, venduti in Francia, «dove siamo orgogliosi di essere il n.1 nel nostro segmento. Ci aspettiamo ottimi risultati dagli Emirati».

La svizzera United Cosmeceuticals, che fa capo a United Tecnologies, invece, è nata nel 2008 con l’intento di lanciare prodotti skin care di fascia alta, altamente innovativi, e cinque anni dopo ha debuttato con il marchio Evenswiss che nel 2015 ha ottenuto la certificazione halal: «I nostri prodotti anti aging - dice Erkan Kanber, responsabile vendite - erano già molto apprezzati nei paesi musulmani. Così abbiamo richiesto e ottenuto la certificazione che ha contribuito a far crescere le vendite». Oggi i prodotti Evenswiss - i bestseller: Rejuvinating serum e Rejuvinating eye complex - sono venduti principalmente in Asia: «Vendiamo bene in Malesia, Indonesia e presto sbarcheremo con un distributore negli Emirati».

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