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Ennio e Carlo Capasa lasciano Costume National e lo cedono a Sequedge

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Ennio e Carlo Capasa lasciano Costume National e lo cedono a Sequedge

Ennio e Carlo Capasa. (Olycom)
Ennio e Carlo Capasa. (Olycom)

Non si tratta di una semplice vendita e non ci sarà, quasi certamente, un passaggio di consegne “morbido”: è un vero e proprio addio. I fratelli Carlo ed Ennio Capasa hanno annunciato ieri le dimissioni da tutte le cariche in Costume National, l'azienda di abbigliamento e accessori che fondarono nel 1986. A comprare è stata Sequedge, partner giapponese di Costume National dal 2009. Un accordo tra le parti non prevede alcuna clausola di non concorrenza, come spesso capita in questi casi, e Sequedge – si legge nel comunicato diffuso ieri – «lascerà i fratelli liberi di perseguire da subito nuove collaborazioni in un vasto ambito internazionale». Carlo era amministratore delegato di Costume National, Ennio direttore creativo e meno di due settimane fa, il 25 febbraio, aveva portato in passerella la collezione autunno-inverno 2016-2017, all'interno di Milano moda donna.
«È con emozioni contrastanti che concludiamo lo straordinario ciclo creativo di questa maison unica, con l'augurio che il futuro possa riservare al brand altrettanti successi. Quanto a noi continueremo a seguire la nostra passione in nuove iniziative creative»: questo e poco più il contenuto del comunicato congiunto, che ha colto di sorpresa il sistema moda italiano, anche perché Carlo Capasa è, dall'aprile 2015, presidente della Camera nazionale della moda.

Qualunque cosa succeda in futuro, in 30 anni Costume National si è conquistato un posto nella storia della moda, non solo italiana. Fu il New York Times, negli anni 90, a definire lo stile di Ennio Capasa «un nuovo modernismo cool & chic» e il brand ha precorso i tempi nell'internazionalizzazione, sfilando a Parigi per poi tornare definitivamente a Milano, e raccogliendo il favore del mercato giapponese, tra i più esigenti al mondo, forse anche perché Ennio, dopo gli studi, aveva viaggiato a lungo in Oriente e lavorato nell'ufficio stile di Yohji Yamamoto. (G. Cr.)

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