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Armani, stop alle pellicce in accordo con Fur Free Alliance

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stilisti “eco”

Armani, stop alle pellicce in accordo con Fur Free Alliance

Stop alle pellicce animali, a partire dalle collezioni autunno-inverno 2016/17 che hanno sfilato a Milano lo scorso febbraio. A stabilirlo è stato Giorgio Armani che ha stretto un accordo con la Fur Free Alliance, impegnata nella lotta all’uso di pellicce. Le alternative, del resto, ci sono: «Il progresso tecnologico raggiunto in questi anni - ha dichiarato Armani - ci permette di avere a disposizione valide alternative che rendono inutile il ricorso a pratiche crudeli nei confronti degli animali». La mossa si inserisce in una più ampia strategia all’insegna della sostenibilità: «Proseguendo il processo virtuoso intrapreso da tempo - ha concluso Armani - la mia azienda compie quindi oggi un passo importante a testimonianza della particolare attenzione verso le delicate problematiche relative alla salvaguardia e al rispetto dell'ambiente e del mondo animale».

A fargli eco è Joh Vinding, Presidente della Fur Free Alliance: «L'annuncio di Giorgio Armani relativo al non utilizzo di pellicce dimostra chiaramente che gli stilisti e i consumatori possono avere rispettivamente libertà creativa e prodotti di lusso senza per questo ricorrere alla crudeltà nei confronti degli animali. Per decenni Giorgio Armani è stato un trendsetter nel mondo della moda e la sua ultima comunicazione è la prova che la sensibilità e l'innovazione rappresentano il futuro di questo settore».

L’annuncio di Armani - che non è l’unico ad aver eliminato la pelliccia dalle proprie collezioni: lo ha fatto Vivienne Westwood, per esempio, e Stella McCartney il cui brand è cruelty free fin dal lancio - è stato accolto con favore dalla Lav, associazione animalista contro la vivisezione fondata nel ’77: «Una decisione che fa onore alla Maison Armani e rafforza una strada già tracciata e consolidata dalla Lav in anni di campagne antipellicce in tutto il mondo, in favore della moda etica, responsabile e sostenibile, e dunque senza utilizzo di animali – afferma Simone Pavesi, Responsabile Lav Moda Animal Free – Gli estimatori dello stile Armani saranno entusiasti: una scelta di vero stile per il “Re” della moda, amato e apprezzato in tutto il mondo. Un segnale inequivocabile per il settore, da tempo sollecitato a convertirsi verso una produzione non cruenta, considerando che in tutto il mondo ogni anno vengono uccisi circa 95 milioni di visoni e volpi e altri animali per la loro pelliccia, con Europa e Cina che sono i maggiori produttori di pelliccia a livello mondiale».

La pellicceria made in Italy, intanto, sta vivendo una fase critica: le aziende italiane del settore hanno chiuso il 2015 con un fatturato complessivo di 2,7 miliardi di euro, in calo dell'8% circa sul 2014 e stanno puntando al rilancio proprio grazie alle incursioni nel mondo della moda e dell’abbigliamento.

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