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Tod’s conferma il dividendo e destina l’1% dell’utile a «progetti di solidarietà sul territorio». Roger Vivier è il brand che cresce di più

Dopo aver approvato all'unanimità il bilancio 2015 (l'esercizio si era chiuso al 31 dicembre) e confermato il dividendo di due euro, pari a un pay-out del 71,4%, ieri l'assemblea di Tod's ha anche deliberato di destinare l'1% dell'utile netto (pari a quasi un milione di euro) a uno speciale fondo di riserva «per il perseguimento di progetti di solidarietà sul territorio locale».
Un impegno a favore delle Marche, dove l'azienda è nata, iniziato molti anni fa e sempre confermato dalla famiglia Della Valle, che detiene il 61,5% del capitale. Sul fronte meramente finanziario, l'assemblea ha poi confermato al Cda l'autorizzazione – valida 18 mesi da ieri – a procedere all'acquisto di azioni proprie per un massimo del 10% del capitale sociale.

È stato inoltre rinnovato il collegio sindacale, che ora è composto dai sindaci effettivi Giulia Pusterla, Enrico Colombo e Fabrizio Redaelli e dai sindaci supplenti Gilfredo Gaetani e Myriam Amato, e rideterminato il numero (14) dei membri del Cda, che resterà in carica fino all'approvazione del bilancio 2017.

Considerando la volatilità dei mercati e le incertezze economiche e geopolitiche, il 2015 è stato un buon anno per il gruppo, che ha in portafoglio i marchi di accessori e abbigliamento di alta gamma Tod's, Hogan, Fay e Roger Vivier. Il fatturato – come anticipato il 14 marzo – è arrivato a 1.036 milioni (+7,4% sul 2014), superando per la prima volta il miliardo, con un ebitda di 202 milioni (+4,7%), un ebit di 148,5 (+0,3%) e un utile netto di 92 milioni.

Importante l'omogeneità della crescita, che ha interessato tutti i marchi, ogni categoria di prodotto e area geografica e, last but not least, i vari canali di vendita. Per molti marchi del lusso infatti nel 2015 a soffrire di più è stata la distribuzione wholesale, mentre le vendite del gruppo Tod's sono salite sia nei Dos (Directly operated store, negozi a agestione diretta) sia nei punti vendita indipendenti o in franchising, con percentuali, rispettivamente, del 6,9% e dell'8,3%. Tra i marchi, il primo resta Tod's (599 milioni, +5,5% sul 2014), ma a correre di più è stato Roger Vivier, quello con il posizionamento più alto, arrivato a 156 milioni di ricavi (+22,9%) e protagonista, nel 2016, di un'operazione importante per il gruppo.

Il 13 gennaio l'assemblea straordinaria approvò, con voto favorevole della quasi unanimità dei soci di minoranza, l'acquisizione di Roger Vivier, che fino a quel momento era stato prodotto e distribuito in licenza dal gruppo. In un mondo del lusso che si interroga su liturgie date per scontate per decenni, a partire dalle sfilate, il segreto del gruppo Tod's è forse continuare a puntare prima di tutto sul prodotto, rigorosamente made in Italy. Quanto allo stile, si è trovato un equilibrio tra know how artigianale, tradizione e innesti creativi, legati a progetti speciali e all'ingresso di stilisti di talento come Alessandra Facchinetti e Andrea Incontri per Tod's. Ieri il titolo ha chiuso a 62,6 euro (-1,42%).

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