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Da Cavalli a Zegna, i brand italiani protagonisti dello shopping iraniano

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Da Cavalli a Zegna, i brand italiani protagonisti dello shopping iraniano

Shopping a Teheran (Afp)
Shopping a Teheran (Afp)

Innamorarsi a Teheran, guardare i film dei fratelli Marx a Teheran, leggere Lolita a Teheran... Iniziava così una lista di cose segrete che Azar Nafisi aveva scritto nel suo diario e che si rimproverava di aver taciuto a tutti. Molte altre, a tanti anni di distanza, decise di raccontarle nel libro Le cose che non ho detto (Adelphi). E chissà che in quella lista, una volta emigrata negli Stati Uniti, la scrittrice iraniana non avrebbe incluso anche “fare shopping con le amiche a Teheran”. Non uno shopping tra donne chiuse in stanze “ladies only”, al riparo dagli sguardi dei maschi, però. No, il sogno sarebbe stato fare shopping nei negozi su strada, entrando e uscendo a piacimento, con o senza sacchetti. Oggi quel sogno è quasi realtà, anche grazie a tanti marchi italiani che hanno aperto monomarca a Teheran, in strade di grande passaggio oppure all'interno di shopping mall.

Tra gli ultimi in ordine di tempo Roberto Cavalli, nel febbraio scorso, che per il suo monomarca ha scelto il quartiere Zafaraniyeh, zona elegante nel nord della capitale iraniana,la stessa dove a breve inaugurerà la sua prima boutique Versace. Precursore era stato Piquadro: il marchio di borse e valigie di design è a Teheran dal luglio 2015, quando fu siglato con gli Stati Uniti lo storico accordo sul nucleare che aprì la strada alla fine dell'isolamento commerciale dell'Iran dall'Occidente.

Geox si trova invece all'interno del Palladium Mall, dove, a proposito del fascino dell'italian sounding, le aree dedicate ai ristoranti si chiamano “Pasto”. Il brand di calzature e abbigliamentoè stato a sua volta pioniere: è presente da oltre un anno anche nelle città di Ishafan, Mashad e Kerman. Persino più capillare la presenza di Benetton, che scelse di aprire negozi con partner locali in Iran per primo, tra gli italiani, quasi dieci anni fa.
All'interno del mall Sam Center, lo stesso che ospita Piquadro, ci sono inoltre Stefano Ricci, marchio di abbigliamento maschile di lusso da sempre votato all'export (si veda anche Il Sole 24 Ore del 6 aprile scorso) e Andrew's Ties, brand specializzato in cravatte e foulard da uomo, nato a Milano. Curioso come i mercati impongano strategie di branding diverse: il nome inglese fu scelto per attirare clienti stranieri, ma a Teheran l'insegna esatta è “Andrew's Milano by Andrew's Ties Italy”. Come a dire: a nessuno vengano dubbi sulla provenienza dei prodotti.

Sempre nel segmento uomo, ha annunciato l'apertura di un monomarca a Teheran Ermenegildo Zegna e l'amministratore delegato Gildo Zegna ha spiegato che già da parecchi anni gli iraniani sono clienti nei negozi che il brand ha in giro per il mondo. Lo sviluppo commerciale della capitale (circa nove milioni di abitanti che salgono a 14 se si considera l'area metropolitana circostante) avverrà quasi certamente su due binari: da una parte i negozi su strada, dall'altra i centri commerciali.

Ma non c'è solo Teheran: entro il 2016 sarà completato l'Isfahan City Centre, appena fuori l'antica capitale del Paese, due milioni circa di abitanti. Nei piani del suo ideatore e principale finanziatore, Masoud Sarrami, diventerà il secondo più grande shopping center in Medio Oriente dopo il Dubai Mall. A differenza del gigantesco rivale degli Emirati, l'Isfahan City avrà al suo interno una succursale della locale università e persino un “wedding center”.

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