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A Pitti nuovi servizi per le Pmi. Nel primo trimestre 2016 crescita debole…

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A Pitti nuovi servizi per le Pmi. Nel primo trimestre 2016 crescita debole per il tessile moda

Diventata la più importante fiera mondiale dell’abbigliamento maschile, Pitti Uomo innalza ancora la qualità degli eventi diretti ad attrarre buyer internazionali e operatori del settore, e spinge sul sostegno alle piccole-medie imprese italiane della moda, che da tempo ne costituiscono il pilastro: «L’80% dei nostri espositori ha un fatturato inferiore a 10 milioni di euro, e il 60% fattura addirittura meno di 5 milioni», ha spiegato Raffaello Napoleone, amministratore delegato della società organizzatrice Pitti Immagine, presentando ieri a Milano la prossima edizione della fiera, definita di livello «straordinario». È l’edizione numero 90 in programma dal 14 al 17 giugno alla Fortezza da Basso di Firenze, che ha come tema-guida i Lucky numbers e che toccherà il record di 1.040 aziende espositrici con 1.220 marchi, per il 44% esteri, puntando a superare i 20mila buyer per il 40% internazionali.

Proprio perché la maggior parte di questi marchi è prodotta da aziende di piccole dimensioni, Pitti ha deciso di arricchire la gamma di servizi offerti agli espositori: accanto alla piattaforma e-Pitti che mette online le collezioni presentate in fiera, è pronto al debutto il progetto “ready to order”, un’app per iPad, integrabile nei sistemi aziendali, che aiuterà nella raccolta ordini quelle aziende che ancora li trascrivono a mano; ed è previsto un workshop con Google per sviluppare il commercio elettronico.

Ma la strategia di Pitti Immagine guarda sempre più anche alla promozione internazionale del made in Italy secondo canoni nuovi: da qui il debutto dell’accordo triennale stretto tra le Gallerie degli Uffizi e la Fondazione Pitti Discovery per collaborare all’ideazione di mostre (in questa edizione quella delle foto di Karl Lagerfeld a Palazzo Pitti), accordo che punta a trasformare l’attuale Galleria del Costume di Palazzo Pitti in un vero Museo della Moda italiana, «come hanno a New York e Londra», ha spiegato il direttore del complesso Uffizi-Pitti-Boboli (ora riunito appunto nelle Gallerie degli Uffizi), Eike Schmidt. L’accordo va nella direzione indicata dal ministro della Cultura, Dario Franceschini, all’inaugurazione dell’ultimo Pitti Uomo.

«Moda e cultura devono camminare insieme», ha sottolineato Andrea Cavicchi, presidente del Centro di Firenze per la moda italiana (Cfmi), holding di controllo di Pitti Immagine che, per le manifestazioni estive del Pitti (Uomo, Filati, Bimbo), riceverà dal ministero dello Sviluppo economico e Ice un contributo di 2,6 milioni di euro.

Cfmi organizzerà una serata a Palazzo Pitti il 13 giugno, per festeggiare i 30 anni del consorzio di aziende sartoriali Classico Italia, aprendo il calendario degli eventi della fiera: oltre alla mostra di Lagerfeld, il ritorno di Raf Simons, uno dei grandi innovatori della moda contemporanea che presenta la nuova collezione; le sfilate degli stilisti emergenti Gosha Rubchinskiy alla Manifattura Tabacchi e Hiroki Nakamura alla Limonaia di Boboli; fino alle collezioni degli italiani Fausto Puglisi e Lucio Vanotti.

Tutto questo in un momento di riflessione per l’industria italiana della moda che, come ha spiegato il presidente di Pitti Immagine, Gaetano Marzotto, spera di tamponare il rallentamento di Cina e Usa con la ripresa dei consumi in atto in Europa e anche in Italia. Il 65% del campione di operatori del settore, intervistati da Sistema moda Italia (Smi), ha previsto per quest’anno una stabilità delle condizioni di mercato, mentre il 19% ha stimato un miglioramento. Il 2015 si è chiuso con un risultato inferiore alle attese: +1,1% il fatturato del tessile-moda a 52,6 miliardi di euro (come anticipato sul Sole 24 Ore del 22 aprile) e +2,1% l’export, sopra i 29 miliardi. Il saldo commerciale 2015 scende a 8,7 miliardi, perdendo per strada 460 milioni. «Il primo semestre 2016 sarà ancora mediocre - ha concluso Marzotto - ma il secondo semestre sarà decisamente migliore».

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