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HI-TECH

Yar cattura la musica: i segreti del nuovo stereo artigianale di lusso, 100% made in Italy

Quella di Yar, che punta a essere il più sofisticato impianto stereo sul mercato, è una storia italiana di creatività, imprenditorialità e alto artigianato. Dietro all'azienda ci sono due piemontesi, Giancarlo Sopegno, esperto di stereofonia, e Adriano Marconetto, sviluppatore di start up, con progetti alle spalle tipo Vitaminic, la prima piattaforma europea per distribuire legalmente musica (1999), e Prox To Me, nata in una stanzetta del Politecnico di Torino, e oggi operativa in Silicon Valley, California.

«Dopo 11 anni in un'agenzia americana e quattro alla BasicNet (l'azienda che produce tra l'altro Kappa, Superga e K-Way ndr), nel 1999 ho lasciato tutto per fondare Vitaminic, il cui successo è stato imprevedibile - spiega Marconetto -. Sono stati anni di lavoro folle, e nel 2003 mi sono concesso una pausa in California, dove mi sono imbattuto nell'industria nascente delle energie rinnovabili; così il mio anno sabbatico è durato solo tre settimane. Tornato in Italia, ho lanciato due start up nel settore, Pianeta ed Elettro Power Systems, che ha da poco inaugurato un nuovo stabilimento ed è stata quotata in Borsa a Parigi».

Per Marconetto realizzare una start up è un po' come fare una torta: cambiano gli ingredienti, ma i problemi da risolvere sono sempre gli stessi: «Devi produrre qualcosa che la gente vuole e di cui ha bisogno, devi farla il meglio possibile, devi saperla portare sul mercato in modo opportuno». Grazie alla sua competenza pluriennale, Marconetto è ormai un punto di riferimento per chi ha idee innovative e vuole analizzarne le potenzialità. Spende infatti centinaia di ore all'anno a valutare “idee del secolo”, per salvarne sì e no l'1%. Quando però è convinto della loro bontà, le sposa mettendoci faccia e denaro. Così è stato per ProxToMe, una piattaforma software per lo scambio di dati sicuri in prossimità. L'idea nacque per scambio di file in sicurezza durante concerti e nei club, ma si è evoluta poi soprattutto nel mercato retail, consentendo per esempio pagamenti sicuri tramite device mobili con copia digitale in cloud degli scontrini fiscali.

Dopo Prox To Me, la più recente impresa di Marconetto è con l'amico di vecchia data Giancarlo Sopegno, uno dei uno dei primi in Italia a occuparsi di alta fedeltà. Sopegno voleva realizzare un impianto che restituisse i suoni come sono in natura, e la musica com'è dal vivo. «Una sfida estrema, un po' come voler ricostruire artificialmente la luce naturale del sole», dice. «Sopegno ha lavorato per tre anni al prototipo, prima da solo poi con il supporto tecnico di Franco Savio, ingegnere elettronico il cui primo lavoro fu al leggendario Programma 101 dell'Olivetti, e di Giacomo Satta, esperto nell'utilizzo della fibra di carbonio, un materiale molto difficile da trattare. Il primo impianto realizzato era grezzo e squadrato dal punto di vista estetico. Però, quando l'ho sentito suonare, sono rimasto senza fiato. Era la prima volta che ascoltavo un impianto, e salivo sul palco. Fino ad allora, i migliori impianti ti portavano al massimo in prima fila, questo invece ti porta dentro la musica».

Di nuovo, Marconetto si innamora dell'idea. Analizza il mercato, ascolta i migliori stereo esistenti, e due mesi dopo era dal notaio per fondare Yar, con un mandato di produzione molto ambizioso: l'impianto doveva essere il migliore stereo sul mercato, costruito senza lesinare mezzi, e garantire la stessa qualità di ascolto qualunque fosse la fonte, Spotify o Tidal, smartphone, tablet, pc, tv, Playstation, blue ray, cd o un vecchio 33 giri.

L'impianto è in legno di liuteria e fibra di carbonio, l'amplificatore è senza manopole e bottoni, il design è al 100% funzionale, se fosse diverso il suono cambierebbe. «Se è così, allora facciamo un Ufo. Abbiamo brevettato diffusori aperti sospesi a quattro livelli di distanza dal pavimento per evitare i problemi di vibrazione. I circuiti elettronici sono racchiusi in forme irregolari. L'amplificatore, 350 watt su 8 ohm, 700 watt su 4 ohm, pesa solo 9 kg, 3-4 volte meno di quelli sul mercato, e consumo di elettricità ridotto del 50%. All'interno non c'è più il trasformatore, bensì un nostro sistema di alimentazione switching. Il risultato è un amplificatore integrato senza manopole né bottoni, composto da un preamplificatore a valvole, due finali in classe D, e un Dac (Digital Audio Converter) allo stato dell'arte». Inoltre è stata realizzata una base per ridurre ulteriormente le vibrazioni, e il telecomando in legno e alluminio, è semplificato a 5 tasti e un mini monitor.

«Ci sono voluti 3 anni per arrivare ai materiali e alla forma che cercavamo, e 10 mesi per passare dal prototipo al prodotto con un team di 4 persone: un tempo record». Ed è nato Yar, un prodotto al 100% italiano, ad altissime competenze tecniche e artigianali, che riproduce i suoni del reale con una precisione massima. Ascoltare la Carmen cantata da Maria Callas o il liuto cinquecentesco di John Dowland, i Pink Floyd o Leonard Cohen è un'esperienza paragonabile a un concerto dal vivo, con la voce o lo strumento che arrivano dritti sulla pelle, come quando ci si trova davanti all'esecutore. Si ha la sensazione di stare in mezzo all'orchestra, nel golfo mistico di un teatro, o sul palco tra i musicisti della band, completamente avvolti dalla musica, ben oltre l'illusione uditiva della riproduzione.

Il prezzo di Yar parte da 250mila euro. Lo stereo è in parte personalizzabile nei materiali (per esempio, si possono scegliere i legni e le finiture) e sarà prodotto solo in 100 esemplari. L'impianto sarà disponibile per ascolti privati a Milano, Roma e Torino il prossimo giugno.

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