
La notizia più recente su Farfetch è degli inizi di maggio: l'azienda ha concluso un round F di investimenti del valore di 110 milioni di dollari. Come questa realtà, nata nel 2008, sia riuscita ad attrarre capitali da tutto il mondo - inclusi quelli di Condé Nast International che nel 2013 ha messo sul piatto 20 milioni di dollari - è sotto gli occhi di tutti: Farfetch.com ha rivoluzionato il retail contemporaneo seguendo la scia di un concetto sempre più efficace quando si parla di shopping: l'integrazione tra canali. «Abbiamo colmato, e con successo, il gap tra online e offline - spiega Josè Neves, fondatore e ceo - e abbiamo celebrato le boutique indipendenti offrendo loro una piattaforma globale attraverso cui vendere, in competizione con i big player dell'e-commerce».
Oggi Farfetch - che ha chiuso il 2015 con ricavi per 512 milioni di dollari e stima di chiudere il 2016 con un giro d'affari complessivo di 800 milioni, registrando una crescita di oltre il 60% - dà ai consumatori la possibilità di fare acquisti in 400 multimarca di fascia alta utilizzando semplicemente il proprio pc, tablet o smartphone (il 50% del traffico registrato su Farfetch.com arriva proprio da mobile)e di scegliere tra oltre 100mila prodotti di oltre 1.000 brand di moda, kidswear incluso, (tra i best seller: «Off White, Thom Browne, Givenchy, Moncler, Dolce&Gabbana e Valentino», dice Neves) ma anche di beauty.
I negozi, che all'avvio del progetto erano 25, hanno sede in tutto il mondo - da L'Eclarieur a Parigi a Excelsior a Milano passando per H.Lorenzo a Los Angeles - ma sono per la maggior parte italiani: «Una cosa che non ci sorprende», dice Neves. Che specifica: «Siamo molto selettivi con le boutiques: i nostri partner sono scelti per il loro approccio unico, per l'attitudine avanguardistica e la diversità». Non è tutto: Farfetch ha siglato partnership con 75 brand da 37 paesi che vendono direttamente sul sito.
La ricetta messa a punto da José Neves e dal suo team, che oggi conta 1.000 dipendenti distribuiti tra i 10 uffici che Farfetch ha nel mondo e l'headquarter operativo in Portogallo, ha riscosso un successo globale: «Consegniamo merce in 190 Paesi e i nostri mercati chiave includono Regno Unito, Usa, Austrialia, Giappone e Cina». Quest'ultima pesa per il 12% sui ricavi dell'azienda ed è considerata una piazza chiave per il futuro sviluppo di Farfetch.
L'azienda punta dritto verso le evoluzioni dell'omnichannel con nuovi progetti in corso: «Ci siamo resi conto che i marchi del lusso volevano tre cose: essere online, essere presenti in una piattaforma multimarca, ma anche avere una presenza monomarca online - spiega Neves -. Così, per completare la nostra offerta, nell'autunno 2015 abbiamo lanciato la piattaforma per monomarca Black&White». Il primo sito nato in collaborazione con la nuova business unit di Farfetch è stato quello di Manolo Blanhik, marchio di scarpe di lusso. In questo solco si inserisce anche l'acquisizione di Browns, storica boutique londinese: «Fa parte di un piano a lungo termine per sviluppare una piattaforma tecnologica che ridisegni l'esperienza retail. Voglio sviluppare e testare le innovazioni nella tecnologia retail in questo negozio iconico per poi mostrarle a potenziali partner di Farfetch».
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