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Adidas primo brand a portare il negozio sullo store Zalando

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innovazione

Adidas primo brand a portare il negozio sullo store Zalando

Mentre c'è ancora si chiede se sia il caso di aprirsi all’omnichannel, c’è chi nell’innovazione retail corre veloce: è il caso di Zalando, gigante tedesco della moda online da 2,9 miliardi di ricavi nel 2015, che oggi inaugura il suo nuovo “Integrated commerce” in collaborazione con Adidas, grazie al quale è possibile acquistare i prodotti Adidas indifferentemente dallo store Zalando, ma anche dal negozio fisico del brand delle tre strisce: «Questo Integrated Commerce è un’evoluzione molto importante del nostro “Partner Program”, perché per la prima volta si parla di integrazione con negozi fisici – spiega da Berlino Christoph Lange, vicepresidente Brand Solutions di Zalando -. Il primo store di Adidas coinvolto sarà quello di Tauentzienstraße. Siamo molto fiduciosi, anche se siamo ancora in una fase di test, in cui il servizio è accessibile solo tramite una speciale app, “ZipCart”. Gli acquisti effettuati entro le 15, poi, da qualsiasi canale, saranno consegnati in serata. Un’altra sfida è coordinare i sistemi gestionali dei singoli negozi, ma stiamo studiando delle soluzioni apposite. A regime, puntiamo a coinvolgere anche altri brand».

Il progetto conferma l’intenzione di Zalando di evolversi da retailer di moda a vero e proprio hub di innovazione tecnologica: in questo senso, la società di recente è anche entrata nel capitale di aziende già affermate nelle vendite online (come la francese Le New Black, apprezzata piattaforma B2B), digital company leader nell’advertising come nugg.ad, di cui ha acquisito il 100%, o start-up ad alto tasso di innovazione (come Anatwine, coinvolta nel progetto di Adidas): «Siamo aperti a chiunque abbia idee innovative per migliorare la connessione fra i clienti e la moda, in ogni luogo e in ogni momento», dice Lange.

«Questo aspetto “tecnologico” di Zalando è a volte poco noto – aggiunge Giuseppe Tamola, country manager per Italia, Spagna e Polonia -, anche se vi stiamo investendo moltissimo: nel 2015 abbiamo aperto due tech hub a Dublino e Helsinki, e a Berlino nel nostro dipartimento tech lavorano mille persone, di cui 40 solo alla nostra app. Chissà, forse ne apriremo uno anche in Italia, nonostante l’ecosistema tecnologico e digitale locale non sia ancora abbastanza all’avanguardia».

L’Italia, intanto, dove Zalando è presente dal 2011, a dicembre scorso è stata scelta per inaugurare il primo magazzino internazionale, a Stradella, in provincia di Pavia: «Abbiamo dimostrato come l’Italia sia centrale nelle nostre strategie di sviluppo – prosegue Tamola - con molte potenzialità, anche perché l’e-commerce deve ancora svilupparsi».
L’azienda non fornisce i ricavi per singole nazioni, ma Tamola sottolinea come l’Italia sia «fra i primi tre mercati per utilizzo del mobile», un canale costantemente in crescita per Zalando, che nerl primo trimestre di quets’anno ha generato oltre il 62% del traffico, rispetto al 52,6% dello stesso periodo del 2015.

In Italia è appena approdato anche Zalando Privé, piattaforma di vendite private lanciata nel 2010 e già attiva in alcuni degli altri 14 mercati in cui l’e-store è presente come Zalando Lounge: «Abbiamo optato per questo cambio di nome perché “Privè” evoca immediatamente agli italiani il tipo di servizio di cui stiamo parlando. Se abbiamo paura di essere confusi con i competitor? Assolutamente no», spiega il country manager.

Questo servizio, peraltro, ha registrato la crescita maggiore nel primo trimestre 2016 (+76,9% rispetto allo stesso periodo 2015), nel quale Zalando ha avuto ricavi in aumento del 23,7% a 796 milioni. In rampa di lancio la divisione Zalando Media Solution: «Vogliamo offrire ai nostri partner sempre più strumenti e sempre più avanzati per gestire al meglio la loro presenza digitale – conclude Lange – e in ultima analisi la loro crescita».
In questi termini, il business di Zalando nel giro di cinque anni è cresciuto del 1820%.

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