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Echi d’Uzbekistan nelle Bizantina Bag: tessuti e argenti orientali…

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Echi d’Uzbekistan nelle Bizantina Bag: tessuti e argenti orientali per pezzi unici

Una rivisitazione in chiave moderna delle pochette sartoriali degli anni '60, chiusa, come si usava allora, da un automatico cucito a mano. Non solo la chiusura: tutta la borsa è fatta a mano, da una sarta che ha lavorato per anni da uno dei più grandi couturier italiani.

È la Bizantina Bag, creata da Benedetta Lignani Marchesani e dalla figlia, Caterina Mancinelli Scotti. Frutto di una storia di famiglia, l'amicizia con Giuliana Coen Camerino, conosciuta come Roberta di Camerino, stilista famosa tra gli anni '60 e '70, che Benedetta andava a trovare giocando con le stoffe.

L'idea della borsa è venuta quasi per caso, durante un viaggio in Turchia, cercando degli ikat di velluto per un arredamento. Da lì è nata l'idea della Bizantina Bag, realizzata con ikat di velluto di seta (ikat è una particolare tessitura), fatti arrivare direttamente da Bukara, nell'Uzbekistan. Pezzi unici, numerati, con un fermaglio di ottone e argento a forma di tartaruga, ripreso da un antico disegno ottomano.

Ogni borsa è unica, come è scritto nel certificato di garanzia che c'è all'interno, con un'etichetta ricamata e numerata. La misura è standard, (15 cm per 30) e la tipologia del tessuto non cambia perché l'ikat di velluto è un tessuto per tutto l'anno, estate e inverno. Oggetto artigianale made in Italy, che si trova in piccole boutique di nicchia.

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