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Salvatore Ferragamo dona 1,5 milioni per il restauro della fontana del Nettuno a Firenze

Salvatore Ferragamo ha deciso di contribuire al restauro della Fontana del Nettuno di piazza della Signoria a Firenze, la sua città di origine e la sua attuale sede, con un finanziamento di 1,5 milioni din euro che sarà erogato a partire da quest’anno e fino al 2018. Si tratta del quarto progetto di restauro dei monumenti di Firenze al quale la maison contribuisc e, dopo quello dellle statue allegoriche sul Ponte Santa Trinita nel 1996, quello della Colonna della Giustizia in Piazza Santa Trinita nel 1998 e quello di otto sale della Galleria degli Uffizi, presentato nel 2015.

«Mi piace definire il nostro sostegno alle attività culturali di Firenze e il restauro di alcuni beni architettonici una collaborazione virtuosa fra pubblico e privato e un ringraziamento della nostra famiglia alla città e all'intenso sodalizio creato da mio padre che prosegue tuttora - ha commentato Ferruccio Ferragamo, presidente del gruppo Salvatore Ferragamo - tutto quello che abbiamo realizzato negli anni è dunque un modo per esprimere la nostra gratitudine a Firenze per quello che ci ha dato».

«Siamo felici - ha dichiarato il sindaco della città, Dario Nardella - di avere al nostro fianco una maison prestigiosa che ha a cuore la bellezza e la cultura di Firenze. Da tempo il Comune ricerca sponsor e partner pubblici o privati per collaborare e per difendere il grande patrimonio artistico della città. Lo strumento dell'Art Bonus, voluto dal Governo, è stato un passo avanti decisivo nello sviluppo di queste relazioni. Mi auguro che altre realtà importanti del nostro territorio possano seguire l'esempio virtuoso della Salvatore Ferragamo».

Il legame fra Ferragamo e Firenze è stato raffornzato negli anni anche grazie all’inaugurazione del museo nel , che spesso ospita opere d'arte provenienti dai musei fiorentini, l’organizzazione di attività culturali e didattiche con la sua Fondazione e il sostegno al Maggio Musicale Fiorentino

La fontana del Nettuno è stata realizzata dallo scultore Bartolomeo Ammannati su commissione di Cosimo I de' Medici, e allude al dominio marittimo di Firenze nel Rinascimento: fu la prima fontana pubblica della città ed è oggi uno dei suoi simboli più conosciuti. Per realizzare la gigantesca statua del Nettuno fu utilizzato un blocco di marmo di straordinaria grandezza cavato a Carrara e si tamponò temporaneamente un arco della loggia de' Lanzi in modo da adibire lo spazio a laboratorio dei marmi. I lavori si protrassero a lungo e sarà solo nel giugno del 1574 che si diede compimento all'assetto architettonico e decorativo della fontana così come progettato dall'Ammannati.
Non mancarono, tuttavia, critiche anche accese nei confronti dell'opera per cui, tra luogo comune e voce popolare, è stato trasformato il dio Nettuno nel “Biancone” ed è stato irriso in vario modo l'artista con la tipica arguzia fi orentina che sfocia nella battuta acre e immediata (“Ammannato, Ammannato, che bel marmo t'hai sprecato”).

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