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Il lusso made in Italy alla prova Millennials. Le strategie di Prada, Otb e Valentino

Da sinistra Patrizio Bertelli, ceo di Prada, Renzo Rosso, presidente di Otb, e Stefano Sassi, ceo di Valentino (Fotogramma)
Da sinistra Patrizio Bertelli, ceo di Prada, Renzo Rosso, presidente di Otb, e Stefano Sassi, ceo di Valentino (Fotogramma)

Nel 2025 il mercato del lusso varrà tra i 310 e i 340 miliardi di euro e avrà un bacino di oltre 440 milioni di consumatori, per il 50% cinesi e asiatici. Ma, soprattutto, si rivolgerà a un pubblico sempre più giovane: i Millennials, oggi 18-35enni, assorbiranno il 40% degli acquisti. Le vendite online, anche grazie ai clienti sempre più digitalizzati, passeranno dal 7 al 20% del totale.

A disegnare il futuro dell’alto di gamma sono le stime di Bain&Co, presentate in occasione del convegno “Crafting the future of fashion” che si è tenuto ieri all’Unicredit Pavilion. Con il primo summit organizzato dalla Camera della Moda Italiana - in collaborazione con Bain&Company e Business of Fashion - è calato il sipario su questa edizione di Milano Moda Uomo: «Una manifestazione che ha registrato il 23% di compratori stranieri in più rispetto alla scorsa edizione - ha spiegato Carlo Capasa, presidente di Cnmi - a conferma del fatto che a Milano si respira un’aria diversa e la città è al centro dell’attenzione».

La fashion week maschile si è svolta in un clima di vera e propria rivoluzione del sistema moda che ha a che fare con le trasformazioni in corso nel mondo - dalla volatilità dei cambi al terrorismo - e, più nello specifico, nella moda: la digitalizzazione, il rallentamento del mercato cinese e l’esigenza di una politica dei prezzi che sia il più possibile corretta.

Uno scenario nel quale le aziende devono imparare ad agire:  «Il mercato non è in crisi - dice Patrizio Bertelli, ceo di Prada - ma noi aziende, complice l’euforia dovuta alla crescita in Cina, dal 2010 abbiamo immesso sul mercato troppi prodotti. Ora dobbiamo rivedere il modello industriale a partire dal know-how e nonsolo dal marketing».

Cavalcare il cambiamento è il motto di Renzo Rosso, presidente di Otb- Only the brave: «Il nostro focus è il consumatore sempre più digitalizzato. Non si può prescindere dalla Rete e dai social - dice - e me ne sono accorto con Diesel, un marchio che, avendo di per sè una clientela più giovane, ha vissuto la crisi che il lusso sta vivendo oggi già qualche anno fa. È necessario rivedere i modelli organizzativi delle nostre aziende».

La moda italiana è sempre più convinta del valore del “fare sistema”, complice l’appoggio del Governo «che ci ha permesso di fare passi avanti», dice Rosso.Ma a vincere sono le strategie personalizzate: «Noi abbiamo puntato su valori chiari e definiti - spiega Stefano Sassi, ceo di Valentino - e su una strategia “nostra”. E abbiamo avuto successo, in Cina e non solo. Le variazioni tattiche possono esserci, ma manteniamo la rotta».

Non vedremo, quindi, le maison della Camera Nazionale della Moda uniformare - per ora, almeno - le proprie strategie, oggi divise tra chi ha abbandonato la passerella maschile preferendo una presentazione (Bottega Veneta, Roberto Cavalli, Ermanno Scervino), chi ha annunciato di unificare gli show uomo e donna (Gucci) e chi invece continua con la tradizionale semestralità. «Noi di Prada presentiamo uomo e donna insieme già da due anni - dice Patrizio Bertelli - e già anni fa avevo lanciato la proposta di far sfilare le collezioni donna a metà luglio: non è stato ritenuto possibile». È d’accordo Renzo Rosso: «Far sfilare la donna e l’uomo insieme sarebbe bello: aiuterebbe a tagliare i costi. Però sarebbe anche complicato: andrebbe a impattare sulle tempistiche di produzione, di acquisto». Conferma Sassi: «Noi continueremo a sfilare con l’uomo e la donna separatamente, e a Parigi: è una specificità del brand che non vogliamo vada perduta anche se, su molti fronti, lavoriamo insieme alla Camera della Moda per gli interessi del nostro Paese».

Tra le priorità del sistema moda italiano, oltre alla “caccia ai Millennials” c’è anche la promozione dei giovani: Alberto Baldan, ceo di La Rinascente, ha annunciato al summit che i talenti di Fashion Lab, acceleratore di Camera Moda e Unicredit, sfileranno a ottobre nel department store milanese, dove le collezioni rimarranno in vendita per due settimane.

Sul ricambio generazionale si è espresso anche Bertelli: «Il problema della moda italiana è che mancano imprenditori che abbiano voglia, fantasia e coraggio di fare impresa - ha dichiarato - ; Io ho 70 anni, Renzo Rosso ci si avvicina e senza imprenditori è inutile parlare della politica nella moda. Se arrivano gli imprenditori le soluzioni poi si trovano».

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