Moda24

Pelletteria, l’export tiene grazie a Europa e Giappone…

  • Abbonati
  • Accedi
congiuntura

Pelletteria, l’export tiene grazie a Europa e Giappone (+12%). A settembre Mipel 110

La pelletteria made in Italy è alle prese con uno scenario sempre più incerto, ma tiene duro sul fronte export: nel primo trimestre 2016, infatti, le esportazioni di settore hanno toccato quota 1,6 miliardi di euro, in sostanziale stabilità (-0,05%) rispetto al medesimo periodo del 2015. Al calo di mercati considerati molto promettenti come Usa (-11%), Cina (-15%), Emirati (-16%) è corrisposto un aumento delle vendite in Germania (+15%) e in Giappone (+12%), ma anche in Francia (+5%) e ad Hong Kong (+6%), rispettivamente al secondo e terzo posto dietro la Svizzera nella top 10 dei clienti dell’Italia .Le stime sono di Aimpes, associazione che riunisce le aziende di prodotti in pelle e succedanei, e sono state diffuse ieri in occasione della presentazione della 110ma edizione di Mipel-The Bag Show, manifestazione che riunisce le aziende di settore in calendario dal 3 al 6 settembre 2016 alla Fiera di Milano-Rho.

Mipel è una vetrina pensata per mostrare ai compratori stranieri (circa 12 mila quelli attesi in totale) le creazioni dell’industria pellettiera made in Italy, un settore che conta 4.735 imprese attive e dà lavoro a 33 mila addetti in tutta Italia. Soprattutto, un comparto fortemente orientato oltre confine: dei 7,2 miliardi di fatturato 2015, infatti il 90% è stato assorbito dai mercati stranieri. L’export, dal 2008 ad oggi, è stato da sempre un fattore trainante decisivo per la pelletteria italiana: nel 2015 la bilancia commerciale ha registrato un surplus di quasi quattro miliardi di euro. «Il momento è critico – ammette Riccardo Braccialini, da un anno presidente di Aimpes – perchè i mercati internazionali stanno soffrendo la volatilità dei cambi e l’instabilità finanziaria. Tra quelli in ripresa segnalerei proprio l’Italia».

La ricetta infallibile per affrontare una congiuntura come quella attuale non esiste, ma ci sono validi accorgimenti: «Le aziende oggi devono essere flessibili e puntare su un prodotto che sia forte sul piano creativo e su quello della qualità. E che abbia anche un prezzo corretto», chiosa Braccialini.

Oggi la battaglia del lusso accessibile si gioca anche su questo fronte: i dati – in primis quelli del prezzo medio all’export, nel primo trimestre in flessione del 7% -– mostrano un mercato orientato a spendere un po’ meno rispetto agli anni precedenti: in volume le esportazioni sono cresciute del 7,6% e hanno messo a segno un aumento anche laddove c’è stato un calo in valore, come negli Usa.

La vera cartina di tornasole arriva dalle performance dei singoli segmenti di prodotto: nel primo trimestre 2016 l’export di prodotti in pelle ha registrato un calo del 3,3%, con una forbice ampia: le borse da donna, da sempre punta di diamante e driver del made in Italy, hanno ceduto un -1,7% a fronte di un pezzo medio in calo dello 0,8%; le vendite delle cartelle da lavoro sono calate del 14%; i prodotti sintetici hanno messo a segno un incremento dell’export del 12% che sale al 22% quando si tratta di piccola pelletteria.

Prodotti più accessibili che fanno gola a una clientela di fascia medio alta. L’offerta delle 300 aziende presenti a Mipel-The Bag Show sarà modulata anche sulla base di un ottimo rapporto qualità prezzo. Tra le novità di questa 110ma edizione –che va in scena in concomitanza con Micam, grande fiera delle calzatur – ci saranno gli eventi in città: il 3 settembre la premiazione del contest The Icons, alla Triennale, durante la quale verrà svelato un progetto con Naba; il 4 settembre The Glamourous Night organizzata alla Darsena con il Comune di Milano.

© Riproduzione riservata