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Stella McCartney dice addio al cashmere vergine: da oggi userà solo…

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sostenibilità

Stella McCartney dice addio al cashmere vergine: da oggi userà solo fibre rigenerate (prodotte in Italia)

Di tutti i materiali grezzi che Stella McCartney utilizza nella produzione, il cashmere è quello con l’impatto ambientale più alto: per questo la stilista britannica ha deciso di non utilizzare più cashmere vergine nelle collezioni di maglieria e di sostituirlo con un cashmere rigenerato.

Per produrre la fibra necessaria per un maglione in cashmere, infatti, servono quattro capre, contro i cinque maglioni realizzabili con la lana di una sola pecora. Di conseguenza, il cashmere è sempre stato considerato un filato pregiato, nonostante sia possibile trovare prodotti di massa a prezzi relativamente contenuti. L'aumento nella domanda globale di cashmere e la conseguente crescita degli allevamenti di capre sta distruggendo le praterie della Mongolia.

Questa regione è da sempre l'habitat ideale della capra da cashmere: con le sue praterie e il clima freddo, la Mongolia è il contesto perfetto dove allevare le capre da cui si ricava una delle fibre più pregiate del mondo.

Le capre da cashmere tendono però a danneggiare le praterie, divorando la vegetazione e strappando l'erba alle radici. I loro zoccoli, particolarmente affilati, perforano il terreno, il cui strato superficiale viene portato via dai forti venti. Dagli anni '90, i greggi di capre da cashmere sono aumentati di cinque volte, e la produzione del prezioso filato è diventata una problematica ambientale di rilievo.

La conseguenza del sovrappopolamento è la desertificazione di zone che un tempo ospitavano fertili pascoli. Secondo i dati forniti dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo, il 90% della Mongolia è a rischio di desertificazione.

Fedele alla filosofia sostenibile del brand, Stella McCartney ha sostituito tutto il cashmere per la maglieria con un filato rigenerato dal nome “Re.Verso™”. Questo tessuto, realizzato in Italia, è ottenuto utilizzando gli eccessi industriali di produzione del filato e riduce l'impatto ambientale del 92% rispetto al cashmere puro.

Nel 2015, il cashmere rappresentava solamente un 1,3% del totale delle materie prime usate da Stella McCartney, pari tuttavia al 25% del nostro impatto ambientale complessivo, calcolato utilizzando il “Conto Profitti e Perdite Ambientale”. Nel 2016, con l'utilizzo esclusivo di cashmere rigenerato Re.Verso™, la stima sull'impatto ambientale del cashmere si attesta intorno al 2%.

Stella McCartney sta inoltre lavorando in sinergia con diversi partner, tra cui la Sustainable Fibre Alliance e la Wildlife Conservation Society, a sostegno del lavoro sul campo in Mongolia per invertire il rischio desertificazione.

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