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Istituto Marangoni si rafforza e apre a Miami e Mumbai. A settembre al…

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scuole di moda

Istituto Marangoni si rafforza e apre a Miami e Mumbai. A settembre al via le lezioni nella sede fiorentina

«A fine settembre inauguriamo Istituto Marangoni a Firenze. I primi studenti a frequentarlo saranno 80 da 60 nazioni. Quasi uno per Paese, a dimostrazione del carattere fortemente internazionale del nostro istituto. Le prossime tappe? Miami e Mumbai».

Roberto Riccio, group managing director di Istituto Marangoni, racconta il progetto di espansione nazionale e internazionale di quello che nel 1935 nacque come un istituto artistico volto a formare professionisti altamente tecnici del mondo della moda. Oggi Marangoni - che fa capo al Global Education Group Galileo a sua volta partecipato dal fondo Usa Providence Equity Partners - è un’azienda da 54 milioni di euro di ricavi, che dovrebbero salire a 60 milioni alla fine dell’anno, e un brand internazionale che va oltre la moda: all’Istituto di Milano - cui oggi fanno capo una fashion school e una design school - si sono aggiunte nel tempo le sedi di Parigi, Londra e Shanghai, tutte dedicate alla formazione nella moda. Ed è una realtà molto internazionale: «Il 90% degli iscritti in Italia viene dall’estero. E la metà degli stranieri viene da Paesi extraeuropei».

L’apertura della sede fiorentina, dove verranno attivati corsi di moda, design e arte «un ambito che oggi contamina sempre di più la moda e il design» dice Riccio, è decisiva soprattutto in riferimento agli studenti internazionali: «Tra gli iscritti ci sono molti cinesi - continua il manager - ma anche europei e crediamo, anche a fronte dei risultati di un’analisi condotta per noi da Deloitte, diventerà un punto di riferimento per gli americani che amano l’Italia e la sua arte. Partiamo con due corsi triennali e un master ma attiveremo anche corsi brevi, annuali e semestrali ».

L’Italia è una piazza fondamentale per Marangoni: «Il nostro legame con il Paese è sempre fortissimo sia nell’approccio all’insegnamento, visto che oltre il 60% dei nostri insegnanti è italiano, anche all’estero,sia nei programmi che sono uguali in tutto il mondo e improntati all’italianess. Senza contare l’importanza del dialogo con le aziende italiane». Il confronto continuo e diretto con le imprese del sistema moda e design italiano è un elemento chiave della proposta formativa di Marangoni con i professionisti a insegnare in aula e progettiad choc come quelli con Gas ed Ermenegildo Zegna. «Il nostro compito è portare il mercato dentro la scuola - dice Ricci - e non solo perchè gli studenti vanno messi in contatto con il mondo del lavoro ma perchè noi, come formatori, dobbiamo tenerci aggiornati su ciò che il mercato vuole e vorrà».

Le prossime tappe nel percorso di crescita di Marangoni saranno le aperture a Miami e a Mumbai. Due città profondamente diverse ma situate in mercati promettenti: «Secondo Deloitte il 50% dei prodotti di fashion education è venduto in America. Da qui l’idea di sbarcare a Miami con una vera e propria università che aprirà i battenti in un edificio Art Dèco da 3 mila metri quadrati: partiremo a settembre 2017 con corsi Ba e Ma in fashion design e interior design. Uno dei focus sarà sul beachwear». Diverso il progetto per Mumbai: «A giugno 2017 apriremo un training center nella città indiana, dove abbiamo già un ufficio di recruiting degli studenti. Avremo corsi annuali o triennali e i costi della scuola saranno più bassi»

Diversa la situazione europea: «A causa del terrorismo gli studenti extra-Ue hanno paura di venire in Europa. Sono diminuite le iscrizioni da parte degli studenti più giovani, per esempio: immagino che le famiglie siano meno disponibili a mandarli all’estero. Noi come scuola abbiamo cercato di aumentare al massimo la sicurezza delle nostre sedi, da Parigi a Milano, passando per Londra».

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