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Zegna: «La Greater China dà i primi segni di ripresa». L’azienda diventa sponsor della nazionale cinese di calcio

«Il tempismo è tutto nella vita di un’azienda. Questo è l’accordo giusto nel momento giusto nel Paese giusto». Gildo Zegna, amministratore delegato del gruppo biellese, presenta così la partnership annunciata ieri a Pechino con la Chinese football association (Cfa), equivalente locale della nostra Federcalcio. L’azienda italiana, con il suo marchio di punta, diventa fornitore ufficiale delle divise formali e del guardaroba casual dei giocatori della nazionale cinese e della squadra giovanile (definita Under 22/23).

L’accordo, hanno spiegato Gildo Zegna e Zhang Jian, vice presidente e segretario generale della Cfa, avrà decorrenza ufficiale da dopodomani, 1° settembre, giorno delle prime partite di qualificazione per la Coppa del mondo di calcio del 2018, e terminerà il 31 gennaio 2020. «Negli ultimi due anni la corsa di mercati importanti per il lusso italiano e per noi in particolare come la Greater China e soprattutto Hong Kong avevano molto rallentato. Noi abbiamo sempre detto di avere fiducia in quest’area nel medio e lungo periodo e non abbiamo mai smesso di investire – racconta l’amministratore delegato –. La partnership con la Cfa conferma la considerazione che i cinesi hanno per il nostro marchio. Ben riposta: è dal 1985 che acquistiamo in Cina un materiale pregiato come il cashmere e nel 1991, da pionieri, abbiamo aperto il primo negozio a Pechino, all’interno del Peninsula hotel».

Il gruppo Zegna, che ha chiuso il 2015 con un fatturato in crescita del 4,2% a 1,261 miliardi, nella Greater China ha oggi 106 negozi diretti e 4 punti vendita wholesale; l’apertura più recente è quella del secondo store con il concept dell’archistar Peter Marino, inaugurato nel 2015 a Pechino (per il primo della mainland China, nel 2010, era stata scelta Shanghai). «Sono più di uno i fattori che fanno sperare in una ripresa a breve del mercato cinese, Hong Kong esclusa, almeno fino al 2017. L’andamento delle valute giapponese e coreana ha fatto rallentare il turismo cinese verso Tokyo e Seul, spingendo le vendite locali – spiega Zegna –. Poi ci sono le misure governative, in vigore da aprile, per favorire i consumi interni e scoraggiare il turismo per shopping. Questi sono fattori esterni e cercheremo di trarne tutti i vantaggi possibili, ma come azienda avevamo già introdotto cambiamenti nel modello di business locale, investendo sui servizi nei negozi, sulla personalizzazione pensata per il pubblico cinese e sulla presenza digitale. Continueremo su questa strada, con servizi di personal shopper e stylist in ogni negozio e organizzando eventi speciali in tutto il Paese».

Gildo Zegna resterà in Cina per una decina di giorni, visitando le metropoli (le cosiddette first tier cities: Pechino, Shanghai, Guangzhou e Shenzhen) ma anche le second tier cities come Tianjin, Chongqing, Chengdu, Wuhan, Xiamen, che hanno tutte più di 3-4 milioni di abitanti.

«La diffusione del calcio e della cultura sportiva più in generale sono una delle priorità del Governo e i recenti investimenti di cordate cinesi nell’ Inter e nel Milan dimostrano quanto interesse ci sia per questo sport – conclude Zegna –. La nostra azienda è stata scelta anche per la lunga esperienza che ha non solo nell’abbigliamento formale, ma in quello casual e sportivo, sempre all’insegna dello stile e del know how tessile italiano. In tre mesi il team guidato da Alessandro Sartori ha creato le due collezioni, formale e casual, utilizzando i nostri tessuti più iconici, e le abbiamo prodotte e consegnate. Non solo: a breve sarà pronta una capsule per i negozi in Cina. Tempismo e velocità: il solo modo per essere globali e locali allo stesso tempo e continuare a crescere persino in tempi di crisi».

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