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Chanel in frenata: ora spazio alla filiera e riassetto sui listini

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Chanel in frenata: ora spazio alla filiera e riassetto sui listini

Che l’epoca d’oro del lusso mondiale sia, se non alla sua conclusione, almeno a un decisivo cambio di passo, lo ha dimostrato l’andamento dei grossi gruppi internazionali, stretti tra un mercato in rapida evoluzione, l’incertezza politico-economica globale e le fluttuazioni valutarie.

Non è da meno la maison Chanel, simbolo della moda parigina: secondo quanto riportato da Reuters, che ha avuto accesso a documenti relativi alla società olandese Chanel International, che controlla il brand e fa capo ai fratelli Alain e Gerard Wertheimer, avrebbe chiuso il 2015 con ricavi in calo del 17% a 6,24 miliardi di dollari (5,58 miliardi di euro) e utile operativo a 1,6 miliardi di dollari (-23%).

In calo anche i ricavi della divisione profumi e cosmetici – per tradizione uno dei punti di forza della maison: Chanel N°5, fragranza lanciata sul mercato nel 1921 è ad oggi una delle più iconiche al mondo con il nuovo Chanel N°5 L’Eau pronto al lancio – sempre secondo Reuters, che ha attinto questa volta a dati depositati in Francia, sono scesi del 21% a 2,9 miliardi di dollari (circa 2,6 miliardi di euro) rispetto al 2014.

Nella strategia di Chanel – che aveva cominciato il 2016 con l’addio di Maureen Chiquet, ceo dal 2007,per divergenze con la proprietà – gli ultimi due anni possono essere considerati un periodo di riassetto in risposta alle esigenze dei mercati: nel 2015 l’azienda ha avviato l’armonizzazione globale dei prezzi ritoccando al ribasso i listini in Cina; nel maggio 2016 ha portato – per prima, su iniziativa del direttore creativo Karl Lagerfeld, che rumor mai confermati volevano in uscita – la collezione Cruise 2017 a sfilare per le strade de L’Avana, subito dopo la fine dell’embargo statunitense a Cuba

I numeri negativi non hanno frenato il piano di investimenti che Chanel ha intrapreso per rafforzare la filiera produttiva grazie a eccellenze territoriali: tra aprile e luglio 2016 hanno infatti rilevato la conceria francese Richard, che tratta per la maggior parte pelli d’agnello d’altagamma, oltre alla Sophie Hallette (pizzo e tulle), e a quattro aziende di Lione specializzate in produzione e lavorazione della seta.

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