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Roma, tutto esaurito (nonostante disservizi e lungaggini) nelle vie…

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a passeggio

Roma, tutto esaurito (nonostante disservizi e lungaggini) nelle vie dello shopping

I negozi dei brand del lusso sono troppi? Oggi, forse sì. «Aprire un nuovo store in questo panorama finanziario è controproducente», ha detto qualche giorno fa Luca Solca, analista di Exane Bnp Paribas, alla conferenza deLux16 a Sydney. Eppure, il rumore dei trapani al lavoro nelle vie dello shopping del centro di Roma sembrerebbe dire il contrario.

Negli ultimi mesi l'agenda di opening nella Capitale è stata fittissima, con i grandi flagship di Fendi e di Tiffany & Co., a. Testoni che ha inaugurato due punti vendita, gli “sbarchi” di Philipp Plein e Dsquared2, solo per citarne alcuni. E anche se altri brand sarebbero pronti ad arrivare, è solo la mancanza di spazi a tenerli ancora lontani: Piazza di Spagna, dove i lavori di restauro finanziati da Bulgari sono quasi terminati, è al completo, e i soli spazi che riportano il cartello “opening soon” sono quelli di Dior, che aprirà un altro punto vendita a pochi passi dall'altro di via Condotti. Nella strada più costosa della Capitale, invece, l'unico spazio ad avere le vetrine oscurate è al numero 48.

Proseguendo verso via del Babuino, via sempre più apprezzata, con canoni annui fra 2.500 e 3.500 euro al metro quadro secondo il report di World Capital, gli spazi ancora liberi sono al numero 48, dove c'era Costume National, e al 195, verso Piazza del Popolo, un ex negozio di tovaglieria proprio di fronte all'hotel de Russie. Dopo la piazza, si svolta a sinistra e si prende via del Corso (prezzi: 3-6mila euro al metro quadro), che si apre sulla sinistra con i preziosi spazi, quasi 2.200 metri quadri ancora in disuso dal lontano 2010, dell'ex cinema Metropolitan, la cui destinazione a galleria commerciale si è arenata (ancora una volta) con il cambio dell'amministrazione della città. A due passi dal lusso di via del Babuino e di via Condotti, via del Corso offre a chi desidera fare acquisti in centro un mix di marchi premium, giganti del fast fashion e piccoli negozi dalla promozione perenne e dai dubbi cartelli “100% Italian Silk”.

Probabilmente il successo di Roma è proprio nel suo saper accostare diverse tipologie di shopping, una strategia sempre più seguita (si veda l'articolo sopra) e che è anche la declinazione retail della sua anima, che «accoglie ognun che brama farsi parte di lei», come scrisse Pietro Metastasio nel Settecento. Questa anima ha spinto anche il gruppo la Rinascente a investire con pazienza nella città: dopo oltre 10 anni dall'acquisto dell'immobile, e molte lungaggini burocratiche, il nuovo flagship da 15mila mq aprirà nel settembre 2017 in via del Tritone.

«Roma è una città cruciale per noi - racconta il ceo Alberto Baldan - : è vero, ha delle mancanze, ma anche enormi potenzialità, date anche dalla sua unicità. Le difficoltà contingenti non ci spaventano, siamo a Roma dal 1887 e il nostro è un progetto di lungo periodo, con il quale contiamo di dare un contributo per lo sviluppo dell'area e di tutta la città». Che, a sua volta, ha impreziosito l'edificio regalandogli un tratto di strada della Roma antica e terme con mosaici di sirene, che gli scavi hanno riportato alla luce due anni fa.

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