Moda24

Orologi, aumenta il pessimismo nell’industria svizzera.…

  • Abbonati
  • Accedi
report deloitte

Orologi, aumenta il pessimismo nell’industria svizzera. Innovazione e nuovi mercati per reagire alle difficoltà

Il titolo è molto eloquente: se lo scorso anno lo “Swiss Watch Industry Study” di Deloitte era stato battezzato “Tempi incerti”, nel 2016 il suo nome è evoluto in “Acque in tempesta”. Lo studio, che ha raccolto le opinioni di 50 executives dell'industria orologiera svizzera e di un campione di consumatori da Cina, Italia, Germania, Giappone, Svizzera e Stati Uniti, è giunto alla sua quinta edizione e non aveva mai registrato così tanto pessimismo nel settore: chi non vede di buon occhio i prossimi 12 mesi è ben l'82% degli intervistati, un raddoppio secco dal 41% di un anno fa. Non aiuta certo il più recente dato sull'export di orologi svizzeri, -8,8% anche in agosto, in calo per il quattordicesimo mese consecutivo. «Tutto è iniziato alla metà del 2015 - dice Patrizia Arienti, Emea Fashion & Luxury leader di Deloitte -. Il calo di Hong Kong, ancora primo mercato per gli orologi svizzeri, si è aggiunto al rafforzamento del franco svizzero e al calo del turismo dovuto al terrorismo. Il 57% degli intervistati crede che le vendite su Hong Kong diminuiranno ancora, mentre Cina ed Europa resteranno sostanzialmente in equilibrio. Le previsioni migliori sono per il Nord America, dove infatti molti brand stanno concentrando le nuove aperture, e per l'India, in forte sviluppo».

Fra le prime fonti di preoccupazione per il proprio business, l'indebolimento della domanda dall'estero è al primo posto, per l'80% degli intervistati (era il 57% nel 2015), e per la prima volta appare la contraffazione, «un fenomeno legato al veloce sviluppo dell'online - spiega Arienti -. Ma il web è anche il canale di vendita dove si investirà di più, soprattutto tramite rivenditori specializzati (canale preferito dal 50%, contro il 5% del 2012, ndr) più che con proprie e-boutique, nelle quali nel 2012 nessuno ancora investiva. L'online crescerà non solo sul fronte retail, ma anche come mezzo preferito per la comunicazione, soprattutto rivolta ai clienti più giovani che iniziano ad avvicinarsi al mondo dell'orologeria». Coerente con questa strategia è anche la prevista crescita degli investimenti in comunicazione nei social media e nei blog, mentre per la fascia over 30 si preferiscono mezzi più tradizionali.

«Per conquistare nuove quote di mercato bisogna sperimentare anche delle novità - prosegue l'analista - il che vuol dire rinnovare orologi-icona ma anche, per alcuni, proporre degli smartwatch»: in realtà, l'industria di alta gamma sembra aver smesso di preoccuparsi troppo della concorrenza di questi oggetti, poiché si sono attestati su una fascia di mercato più bassa, come dimostra il fatto che Apple abbia smesso di produrre il suo Apple Watch in oro e che il prezzo medio di uno smartwatch si attesti oggi sui mille-duemila franchi svizzeri. Ma appunto, per conquistare nuovi clienti (e abbattere il livello di pessimismo), quella dell'hi-tech è una strada da tentare e che può dare ottimi risultati, come dimostra il fatto che per la prima volta, fra i tre brand preferiti del settore, accanto ad Apple e Samsung sia apparso anche Tag Heuer.

© Riproduzione riservata