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A Milano una boutique monomarca per i collant Oroblù: oltre alle…

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A Milano una boutique monomarca per i collant Oroblù: oltre alle calze anche una linea “travel”

«Milano è la capitale internazionale della moda e del buon gusto, e da qui parte il nuovo progetto retail del brand Oroblù, con un percorso che ci porterà ad essere sempre più vicini alle clienti che scelgono le nostre calze per la qualità, ma anche per le tendenze moda più innovative a un prezzo competitivo». A illustrare la formula per il rilancio commerciale di Oroblù è Carlo Bertoni, amministratore delegato della Csp International Fashion Group di Ceresara (nel distretto della calza di Castel Goffredo, in provincia di Mantova) che ha in portafoglio Oroblù come brand di fascia alta.

Il progetto inizia in corso XXII Marzo, importante arteria dello shopping nell’itinerario tra il Duomo e l’aeroporto di Linate, dove è stata inaugurata una boutique monomarca, la prima di un piano che prevede altre 5 aperture entro la fine del 2017.

«Qui vogliamo ricreare un’atmosfera ospitale, quella che una volta le clienti potevano trovare negli storici negozi di intimo che offrivano prodotti di qualità e una grande professionalità, che oggi stanno sparendo o sono in forte difficoltà – dice Bertoni –. Sarà una sperimentazione: a Milano cerchiamo la visibilità, ci proponiamo di soddisfare in primis le clienti italiane che sono più esigenti, con un monomarca in cui offriamo un’ampia scelta di prodotti tradizionali, dalle calze ai collant, dalla corsetteria all’abbigliamento. Non mancano le novità, come la linea Travel fit, con capi che occupano pochissimo spazio in valigia e non vanno stirati».

Il gruppo Csp International ha chiuso il primo semestre 2016 con un fatturato consolidato a 52,1 milioni di euro, in aumento del 5% rispetto allo stesso periodo del 2015 soprattutto grazie alle performance delle controllate estere. Oltre a Oroblù, i brand di proprietà del gruppo mantovano sono Sanpellegrino, Lepel, Liberti, Cagi e i due marchi Le Bourget e Well acquisiti in Francia, dove erano rispettivamente il primo e il secondo player nazionale. L’anno scorso i 15 milioni di ricavi del brand Oroblù sono stati realizzati per il 50% dall’export, in particolare nelle aree europee del Benelux e dei Paesi scandinavi dove il marchio è radicato con una forte tradizione.

«Ci siamo, ora che la temperatura è scesa in Italia sotto i 18 gradi entriamo nel pieno delle nostre vendite – conclude Bertoni –, e proprio dal clima saranno influenzati i nostri risultati da qui a fine anno» .

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