
Quando il mercato degli orologi viaggia a buon ritmo, come nello scorso anno, l’Italia è sempre nelle prime posizioni: nel 2015 il nostro Paese è stato il quarto mercato mondiale per export svizzero, unico, tra quelli principali, in crescita sul 2014, secondo i dati della Fédération de l’industrie horlogère suisse. Quando invece il mercato arranca, come nel 2016, l’Italia è tra i pochi a tenere. Una regola confermata dai numeri di Fossil, gruppo americano pronto a una svolta produttiva e commerciale grazie al lancio di oltre 100 modelli “connessi” entro la fine dell’anno.
«Nell’area Emea l’Italia si distingue con una incremento generale di poco inferiore al 5% rispetto al primo semestre 2015 – spiega Alessandro Bernardini, ad Italia di Fossil – . Ma mentre la divisione pelletteria e gioielli è negativa, il core business orologi fa registrare un +11%, grazie al consolidamento dei principali brand in portfolio e al lancio di nuovi modello». Segnali incoraggianti e in netta controtendenza rispetto al -10% fatto registrare dalla divisione orologiera del gruppo a livello mondo nel primo semestre, performance negativa che ha contribuito a un decremento del fatturato netto pari all’8% a 1,34 miliardi di dollari (circa 1,2 miliardi di euro), con l’orologeria (1,01 miliardi di $), la pelletteria (185,6 milioni di $) e la gioielleria (111,5 milioni di $) tra le voci trainanti.
Per il medio termine Fossil resta ottimista. L’acquisizione di Misfit, realtà innovatrice nel settore della tecnologia indossabile, perfezionata sul finire del 2015 per 260 milioni di dollari (oltre 231 milioni di euro), ha costituito la base sulla quale Fossil Group ha fondato, insieme alla piattaforma Android Wear di Google, la seconda generazione dei segnatempo tecnologici.
Smartwatch con display touch digitale o con tradizionale visualizzazione delle ore analogica, ma anche braccialetti per monitorare le attività sportive. Per un totale, come detto, di oltre 100 referenze, in fase di lancio dall’annuncio in 40 Paesi del mondo (in Italia il gruppo si avvale di circa 2.500 punti vendita) e in oltre 20 lingue. Tre tipologie di prodotto ben distinte destinate a variare in base al marchio, per raggiungere le eterogenee clientele con la soluzione ritenuta più idonea. Tra i primi a debuttare: Fossil, Michael Kors, Skagen, Misfit, Diesel, Kate Spade New York e Chaps (gli ultimi due non importati in Italia).
Nutrita rappresentanza dei 17 brand di proprietà o in licenza di un gruppo da 50milioni di pezzi all’anno tra orologi e accessori che, seppur battente bandiera statunitense, ha la propria sede europea a Basilea e si avvale di un centro di progettazione e sviluppo a Biel, una fabbrica specializzata nella produzione di meccanismi per orologi a Manno, nel Canton Ticino, e uno stabilimento per la produzione di casse e componenti a Glovelier, nel Cantone Giura.
Nel portfolio Fossil spicca Emporio Armani, fresco di ingresso in questi ultimi mesi dell’anno nell’arena degli accessori connessi con la nuova linea Emporio Armani Connected Hybrid Smartwatch. Con cinque referenze dalla visualizzazione dell’ora tradizionale e dalla cassa classica. Declinata nei toni oro rosa, nero, canna di fucile o acciaio, e completata da sportivi bracciali a tre maglie o da eleganti cinturini in pelle.
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