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Calzature e zaini ampliano il pianeta della borsa “componibile” O…

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Calzature e zaini ampliano il pianeta della borsa “componibile” O bag

«Avere un prodotto trasversale di solito è un errore. Non per noi di O bag che della trasversalità verticale siamo stati un po’ i creatori. La stessa borsa può costare 50 o 150 euro, a seconda che sia personalizzata dalle più giovani o dalle donne che vanno in ufficio». A difendere a spada tratta la scelta della trasversalità (anche generazionale) è Michele Zanella, direttore generale di Full Spot, l’azienda veneta che produce e distribuisce il marchio O bag, conosciuto soprattutto per le borse “componibili”: la borsa-icona è in gomma eva (etilene vinil acetato), atossica e resistente, ma anche superleggera. A fare la differenza, di stile e di prezzo, sono i dettagli perchè gli accessori, abbinabili e intercambiabili, spaziano dal tessuto alla pelle fino all’eco-pelliccia (da quest’anno O bag ha aderito alla campagna internazionale Fur Free Alliance, promossa in Italia dalla Lav).

Dal design alla moda, il percorso del brand O bag è stato inverso a quello compiuto da molti altri marchi. All’orologio che fu presentato nel tempio del design, cioè al Salone del mobile di Milano nel 2010, sono seguiti gli occhiali, i bracciali, le borse e gli accessori fino all’ingresso nel mondo delle calzature (con le flatform), sempre nel segno della customizzazione. I numeri testimoniano la crescita: con un fatturato 2015 di 55 milioni, più che triplicato rispetto all’anno precedente, Full Spot (controllata dalla società inglese Room 71) stima di chiudere il 2016 in crescita del 20% a 63 milioni, con previsione di arrivare a 90 milioni nel 2018. Il 95% della produzione è made in Italy attraverso una rete d’impresa che conta su 40 consorziate concentrate nel Nord Est.

Il 70% dei ricavi arriva dall’Italia, seguono i partner europei, gli Stati Uniti e la Svizzera. «I nostri obiettivi – conclude Zanella – si concentrano sullo sviluppo retail. Entro giugno 2017 sono in programma 100 aperture e per il 2018 contiamo di portare da 265 a 500 il numero degli O bag Store nel mondo. Altri investimenti saranno dedicati alla logistica, all’e-commerce e a una strategia di gestione ottimale dei social network». Programmi ambiziosi in Cina: dopo l’apertura, a settembre, di tre punti vendita monomarca a Chengdu e Shanghai, entro fine anno sono in calendario un’altra decina di negozi nelle maggiori città turistiche. Anche la gamma di prodotti non si ferma: da questa settimana alla Rinascente di Milano è in vendita la prima collezione di zaini O One disegnata da Matteo Cibic.

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