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Profumi che sanno d’Oriente

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ESSENZE ESOTICHE

Profumi che sanno d’Oriente

I profumi orientali hanno sempre esercitato un grande fascino fin dall’antichità. Sembra, infatti, che la profumeria sia nata in Oriente oltre quattro mila anni fa. Gli orientali conosciuti anche con il nome di ambrati, sono profumi caldi, misteriosi e molto sensuali.

«Devono il loro nome a una fragranza di Coty, lanciata nel lontano 1905, Ambre Antique - racconta Mariangela Rossi, autrice del libro «Dillo con un profumo» (Ed. Tea) -. Gli ambrati presentano un accordo di note dolci, quasi vanigliate, e di origine animale come il muschio e l’ambra grigia, quest’ultima con un odore legnoso simile al tabacco. Si dividono in ambrati dolci, filorientali, floreali speziati , semi-ambrati floreali e ambrati gourmand».

I capolavori dei profumi Orientali
Shalimar della maison Guerlain è stato il primo vero orientale nella storia del profumo. Nato nel 1925 si è ispirato all'appassionata storia d’amore fra l’imperatore mogol Shah Jahan e la sua sposa preferita, Mumtaz Mahal. Shalimar in sanscrito significa tempio dell’amore e l’imperatore fece poi costruire per la sua amata uno dei templi più affascinanti al mondo, il Taj Mahal.

All’epoca il naso Jacques Guerlain disse: «Indossare Shalimar significa lasciarsi sopraffare dai sensi». Ottantacinque anni dopo, questo classico è stato reinterpretato, Shalimar Parfum Initial si basa su quattro ingredienti amati dalla maison: rosa, iris, vaniglia e fava tonka. Un altro capolavoro è Poison di Christian Dior che fu lanciato nel 1985, con l'inquietante slogan pubblicitario «Il profumo è il veleno del cuore», frase dello scrittore Paul Valery.
È stata una delle fragranze di maggior successo, soprattutto per via della sua composizione insolita e sensuale, la tuberosa ambrata e speziata. In seguito ci sono state diverse reinterpretazioni: Tendre Poison, Hypnotic Poison, Pure Poison e Midnight Poison. Nel 1977 il couturier Yves Saint Laurent voleva creare un profumo ispirato alla Cina imperiale, nacque così Opium con un mood decadente e barocco.
Nonostante le polemiche legate alla scelta del nome (oppio in italiano), il profumo ottenne un notevole successo, fu esportato in tutto il mondo e per un certo periodo le vendite superarono quelle dell'inossidabile Chanel n. 5. A distanza di quasi quarant'anni, la maison francese chiamò quattro nasi, tra i più famosi al mondo, per reinterpretare il profumo: nacque Black Opium, un cocktail di note fruttate e floreali combinato con le note aromatiche dei chicchi del caffè.

Gli Orientali moderni
Il filone orientale nei profumi non si esaurirà mai, ci saranno sempre donne e uomini attratti dalla magia di queste note persistenti e sensuali. Un orientale con echi cipriati e floreali è Rose Infernale di Terry de Gunzburg, nel cuore la rosa rossa di Turchia e la rosa damascena su un letto di incenso e vetiver d'Haiti.
Il couturier Jean Paul Gaultier concepisce i suoi profumi come una seconda pelle, sono il riflesso della sua personalità e racchiudono note generose, sensuali, carnali , dalla scia inconfondibile. L'ultima creazione è LeMâle Essence de Parfum, una versione remix del grande classico: note esperidate e speziate contrastate dai sentori di cuoio e da un prezioso fondo boisé. Orientali unisex?
Due dei più rappresentativi sono: Black Saffron di Byredo con un'apertura agrumata che si ammorbidisce con l'intrusione speziata e calda dello zafferano, del cashmere e una violetta nera infusa in un accordo di cuoio. L'altro è Eau de Nuit Oud di Giorgio Armani, con odori e sapori orientali dagli accenti speziati, ambrati e balsamici, su un fondo di legno di Agar (Oud), fava tonka e zafferano.

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